Il Tribunale di Trento apre alla Corte costituzionale
Una decisione destinata a fare rumore arriva dal Tribunale di Trento, che ha accolto le argomentazioni dei sindacati sollevando la questione di legittimità costituzionale sul meccanismo di rivalutazione delle pensioni introdotto tre anni fa dal governo Meloni. Il sistema, già costato dieci miliardi ai pensionati, sostituisce il metodo progressivo per scaglioni con una perequazione per blocchi, giudicata iniqua e penalizzante.
Come funziona la rivalutazione a blocchi
Con il metodo a scaglioni, ogni fascia dell’importo pensionistico veniva rivalutata secondo la propria aliquota, garantendo progressività. La nuova formula per blocchi, invece, applica una percentuale fissa sull’intero assegno, in base alla fascia di appartenenza. Ad esempio, se una pensione ricade tra quattro e cinque volte il minimo, l’intero importo viene rivalutato all’80% dell’inflazione, non solo la parte eccedente. Questo sistema penalizza in modo strutturale chi percepisce pensioni medio-alte.
Le conseguenze per i pensionati
La Cgil e lo Spi Cgil denunciano che il nuovo meccanismo ha già sottratto dieci miliardi ai pensionati e, se non modificato, potrebbe costarne 54 entro dieci anni. Gli assegni mensili superiori ai 1.600 euro netti — frutto di lunghe carriere lavorative — risultano i più colpiti. Il sistema a blocchi appiattisce i trattamenti e annulla le differenze legate alla storia contributiva e contrattuale dei lavoratori.
Una battaglia sindacale per l’equità
La Cgil del Trentino ha espresso soddisfazione per l’ordinanza del Tribunale, definendola un passo cruciale contro un sistema che, secondo il sindacato, non rispetta i principi costituzionali di proporzionalità e progressività. La segretaria dello Spi, Claudia Loro, sottolinea che il modello a blocchi è stato adottato esclusivamente per ragioni di bilancio, trascurando l’equità sociale. L’obiettivo ora è che la Corte costituzionale intervenga per ripristinare un metodo più giusto e coerente con la storia lavorativa delle persone.
Conclusione
La decisione del Tribunale di Trento potrebbe rappresentare un punto di svolta nella difesa dei diritti dei pensionati. Il sistema di rivalutazione a blocchi, introdotto con la legge di stabilità 2023, ha generato profonde disuguaglianze e ora rischia una bocciatura per incostituzionalità. I sindacati confidano in un intervento della Consulta per ripristinare equità e proporzionalità nel calcolo delle pensioni.