JP Morgan: dinamica contenuta, ma niente contrazione
La crescita americana rallenterà nella seconda parte del 2025, ma non si trasformerà in recessione. Lo ha spiegato Maria Paola Toschi, strategist di JP Morgan Asset Management, nel corso della presentazione del report semestrale “Fondamenta stabili per un mondo instabile”.
“L’economia privata mostra ancora grande capacità di tenuta, e il sostegno fiscale resta significativo,” ha dichiarato Toschi. Questo scenario, pur segnando una perdita di slancio, dovrebbe evolvere verso una nuova fase espansiva nel 2026.
L’analisi individua nella domanda interna e nella buona tenuta occupazionale due pilastri fondamentali. Le politiche pubbliche espansive compensano il raffreddamento naturale del ciclo economico, consentendo agli Stati Uniti di mantenere una traiettoria di stabilità macroeconomica.
L’Europa accelera e prova a colmare il divario
Secondo Toschi, anche il vecchio continente potrebbe recuperare terreno. “L’Unione Europea parte da una base più bassa in termini di crescita, ma può avvicinarsi ai livelli americani grazie alla ripresa degli investimenti.” Il gap con Washington, accentuato negli ultimi anni, potrebbe iniziare a ridursi.
Un fattore chiave è l’elevata propensione al risparmio. L’Europa conserva infatti un surplus di liquidità inutilizzata, che potrebbe attivarsi nei prossimi trimestri, specialmente in un contesto geopolitico più disteso. “Si tratta di un margine protettivo prezioso,” ha osservato Toschi, “in grado di attutire eventuali shock.”
Anche sul fronte industriale, l’Europa si sta ritagliando nuovi spazi. Grazie a una maggiore diversificazione produttiva e all’enfasi su innovazione e sostenibilità, il continente torna interessante per gli operatori globali, pur con un approccio più prudente rispetto agli Stati Uniti.
Energia sotto controllo, ma il gas resta incognita
Sul versante energetico, la situazione appare gestibile, almeno nel breve periodo. “Non vediamo dinamiche esplosive sul fronte petrolifero,” ha affermato Toschi, sottolineando che il calo della domanda globale ha attenuato la pressione sui prezzi.
Rimane invece delicato il tema del gas naturale, in particolare per l’Europa. Le forniture dipendono ancora in larga parte da scenari geopolitici instabili, soprattutto a Est. Tuttavia, Toschi rassicura: “Al momento, non ci sono segnali di emergenze imminenti.”
L’approvvigionamento europeo risulta più solido rispetto agli anni passati, grazie a scorte ben gestite e nuovi accordi energetici con fornitori extraeuropei, in particolare dell’area mediterranea e africana.
Gli investitori puntano sulla selezione
JP Morgan AM invita a mantenere un approccio attento e ragionato. I mercati mostrano segnali misti, tra resilienza strutturale e volatilità latente. L’economia americana rallenta ma resta stabile, mentre l’Europa si rianima gradualmente, offrendo spazi d’azione più mirati.
“In una fase di transizione come questa,” conclude Toschi, “è essenziale concentrarsi su asset con basi solide, senza rincorrere narrazioni euforiche né eccessi di cautela.” Le scelte d’investimento, oggi più che mai, devono valutare con attenzione rischi e prospettive.