Bruxelles si prepara a invalidare il golden power italiano
La Commissione europea, attraverso la Direzione Generale per la Concorrenza (DgComp), si appresta a dichiarare irregolare l’applicazione del golden power da parte dell’esecutivo italiano in merito all’Ops avviata da Unicredit per l’acquisizione di Banco BPM. Il giudizio, che segue una riunione svoltasi a Bruxelles, avrà valore vincolante e intende ribadire che solo le autorità comunitarie hanno la competenza per imporre condizioni giuridiche su operazioni societarie di carattere transfrontaliero nel quadro del mercato unico europeo.
Le condizioni imposte da Roma sull’operazione Unicredit
Lo scorso 18 aprile, il governo italiano aveva autorizzato l’acquisizione con forti limitazioni regolamentari. Il provvedimento, formalizzato tramite DPCM, subordinava l’approvazione a una serie di vincoli stringenti:
- uscita completa di Unicredit dalla Russia entro 9 mesi;
- mantenimento del rapporto depositi/impieghi di Banco BPM per almeno tre anni;
- divieto alla controllata Anima Holding di cedere titoli di debito pubblico italiano;
- restrizioni sulle attività di project financing nel perimetro del gruppo.
Il Ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef) ha giustificato l’intervento sostenendo che il settore del risparmio è strategico e che le misure erano necessarie per la tutela della sicurezza nazionale.
Il quadro giuridico europeo sul golden power
Il governo italiano ha fatto riferimento all’articolo 21.4 del Regolamento UE sulle concentrazioni, secondo cui uno Stato membro può interferire in operazioni di mercato solo per motivi di interesse pubblico, come la sicurezza nazionale. Tuttavia, il diritto di stabilire quando e in che modo tale clausola si applica spetta esclusivamente alla Commissione Europea.
Negli ultimi anni, l’Italia ha progressivamente ampliato la portata del proprio golden power, specialmente nel contesto pandemico, estendendolo a settori come finanza, energia, telecomunicazioni e infrastrutture digitali. Questa evoluzione normativa, però, si scontra ora con i limiti giuridici comunitari.
Il pronunciamento di DgComp, una volta pubblicato, sarà immediatamente esecutivo, lasciando all’Italia solo la possibilità di ricorrere alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea in caso di opposizione.
Impatti sui mercati e possibili sviluppi futuri
Nell’attesa della conferma ufficiale, i titoli bancari hanno registrato un andamento positivo: Banco BPM è salito del 3,16%, mentre Unicredit ha guadagnato l’1,36%. La posizione assunta da Bruxelles potrebbe rafforzare il controllo di Andrea Orcel sull’operazione, lasciando alla banca la possibilità di portare avanti l’Ops o di valutare un’eventuale intesa normativa con l’esecutivo italiano.
Un’ulteriore variabile è rappresentata dal giudizio del TAR del Lazio, chiamato a esprimersi proprio sulla legittimità del golden power il 9 luglio. A questo punto non è escluso un rinvio di una settimana per tenere conto del pronunciamento europeo.
Il governo italiano, pur avendo ribadito nelle scorse settimane la volontà di non modificare il DPCM, starebbe ora valutando possibili revisioni per rendere l’atto compatibile con i vincoli imposti da Bruxelles, evitando uno scontro diretto con le istituzioni comunitarie.