Bruxelles critica il decreto sull’operazione UniCredit-BPM

Matteo Romano

Dubbi della Commissione UE sull’uso del Golden Power

La Commissione Europea ha inviato una valutazione preliminare all’Italia in merito al decreto del 18 aprile 2025, con cui Palazzo Chigi ha esercitato i poteri speciali (Golden Power) sull’acquisizione di Banco BPM da parte di UniCredit. Bruxelles ritiene che le disposizioni imposte dal governo italiano potrebbero violare l’articolo 21 del Regolamento UE sulle concentrazioni e altre norme fondamentali dell’ordinamento comunitario, come la libera circolazione dei capitali e la competenza esclusiva della BCE sulla vigilanza bancaria.

Secondo quanto emerso nel consueto briefing della Commissione, le condizioni introdotte unilateralmente da Roma, se confermate, rischiano di compromettere l’efficacia delle regole europee sul controllo delle operazioni societarie e sulla concorrenza nei settori strategici.

Autorizzazione subordinata e giudizio sospeso

Già il 19 giugno 2025, l’operazione UniCredit-BPM era stata approvata dalla Commissione UE, subordinatamente ad alcune condizioni antitrust. Il governo italiano, nel frattempo, aveva adottato un decreto separato che introduceva ulteriori vincoli per UniCredit, facendo leva sulla normativa nazionale che disciplina l’intervento pubblico nei settori di rilevanza strategica.

A seguito di ciò, la Commissione Europea ha richiesto ufficialmente chiarimenti, tenendo conto anche della decisione del Tar del Lazio, che ha annullato in parte il provvedimento emanato da Palazzo Chigi. Sulla base della risposta italiana e del giudizio dei giudici amministrativi, l’UE deciderà i prossimi passi.

Palazzo Chigi: risposta nel segno della collaborazione

La replica del governo è arrivata tramite una nota ufficiale di Palazzo Chigi, nella quale si afferma che l’Italia risponderà con spirito collaborativo e costruttivo, ribadendo quanto già sostenuto in sede giudiziaria. Il riferimento è alla posizione difesa di fronte al Tar del Lazio, che ha riconosciuto in parte la legittimità del decreto, pur accogliendo parzialmente il ricorso presentato da UniCredit.

La questione resta aperta e particolarmente delicata, considerando che il settore bancario viene ritenuto un asset strategico nazionale. Proprio per questo motivo, il governo ha scelto di esercitare il Golden Power, sottolineando la necessità di tutelare l’interesse pubblico nel contesto di una fusione bancaria di grande rilevanza.

Salvini contro Bruxelles: “Difendiamo l’interesse nazionale”

Sul piano politico, il vicepresidente del Consiglio e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini ha espresso una posizione nettamente critica nei confronti della Commissione, invitando l’UE a concentrarsi su dossier più rilevanti e a non interferire nelle scelte sovrane dell’Italia. Salvini ha difeso il ruolo del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, definendolo responsabile di una gestione coerente della materia bancaria.

Per il leader della Lega, l’intervento europeo rappresenta un inaccettabile tentativo di invasione di campo, mentre l’Italia ha pieno diritto di regolamentare gli investimenti in settori chiave, inclusa la finanza. Il messaggio è chiaro: nessun passo indietro sull’uso del Golden Power in contesti strategici.

L’opposizione accusa il governo di scorrettezza istituzionale

Dal fronte dell’opposizione, arrivano dure critiche all’azione del governo. Antonio Misiani del Partito Democratico ha parlato apertamente di una bocciatura politica e giuridica, accusando il ministro Giorgetti di aver sostenuto un provvedimento illegittimo e sproporzionato, privo di una reale visione strategica per il sistema bancario nazionale.

Anche Benedetto Della Vedova di +Europa ha contestato la legittimità dell’intervento, affermando che la scelta di applicare il Golden Power alla scalata di UniCredit è stata dannosa per l’Italia e in contrasto con norme italiane ed europee. Secondo l’opposizione, l’esecutivo avrebbe agito seguendo logiche di potere piuttosto che criteri economici, aggravando la tensione tra Roma e Bruxelles.