Mps punta al controllo di Mediobanca oltre il 66%

Lovaglio ottimista sull’offerta pubblica di scambio

L’amministratore delegato di Mps, Luigi Lovaglio, ha ribadito con fermezza che l’obiettivo dell’operazione in corso è quello di superare la soglia del 66% del capitale di Mediobanca attraverso l’offerta pubblica di scambio (Ops). Secondo Lovaglio, le reazioni dei mercati internazionali, in particolare da parte della City di Londra, sono state positive, e non ci sarebbero motivi concreti per cui gli azionisti dovrebbero astenersi dall’adesione all’operazione.

Una strategia graduale e un nuovo CEO in vista

Lovaglio ha dichiarato che, una volta superata la soglia strategica del 66%, il passo successivo sarà la ricerca di una nuova figura manageriale alla guida di Mediobanca. L’attuale amministratore delegato Alberto Nagel non è considerato parte del progetto, e Mps si prepara a individuare un profilo internazionale, in grado di attirare nuovi talenti e guidare la trasformazione della banca milanese in una fase di rinnovamento.

Marchi distinti e operazione non assimilabile a una fusione

Una delle linee guida della strategia è mantenere la distinzione tra i marchi Mps e Mediobanca, che continueranno a operare in modo separato. Lovaglio ha descritto l’operazione come una combinazione tra due istituti complementari, piuttosto che come un’integrazione forzata. Per questo, si aspetta un processo meno complesso rispetto ad altre operazioni affrontate in passato. La collaborazione del team interno di Mediobanca sarà considerata fondamentale per garantire la buona riuscita del piano.

Ruolo indipendente rispetto agli azionisti forti

Lovaglio ha sottolineato che, pur avendo ricevuto segnali favorevoli da parte di Caltagirone e Delfin, i due azionisti di riferimento, la definizione della strategia sull’operazione Mediobanca è stata condotta in modo indipendente dalla dirigenza di Mps, senza alcun condizionamento da parte dei suddetti investitori.

Una nuova fase nel consolidamento del settore bancario

Al di là dell’offerta attuale, Lovaglio ha tracciato una prospettiva strategica più ampia, orientata alla creazione di un terzo polo bancario in Italia, finalizzato a rafforzare la posizione del sistema creditizio nazionale nel contesto della concorrenza finanziaria europea. Il progetto rientra in una visione di consolidamento del settore, che secondo il manager non si fermerà qui. Le prossime mosse saranno valutate non solo in funzione delle opportunità finanziarie, ma anche sulla base di una logica industriale che metta al centro la relazione con la clientela.