L’amministrazione Trump elimina i fondi alla radiodiffusione
Il presidente Donald Trump ha avviato un significativo taglio ai finanziamenti destinati alla Corporation for Public Broadcasting (CPB), mettendo a rischio oltre 1.500 stazioni radio e televisive pubbliche negli Stati Uniti. La misura rientra nel Rescissions Act, che annulla finanziamenti precedentemente autorizzati dal Congresso per un totale di 9,1 miliardi di dollari, inclusi 1,1 miliardi all’anno destinati a NPR, PBS e alle stazioni locali di radiodiffusione pubblica. L’obiettivo dichiarato dalla Casa Bianca è ridurre la spesa pubblica, ma gli effetti si faranno sentire soprattutto nelle aree rurali, dove queste stazioni rappresentano spesso l’unica fonte di informazione indipendente.
Le comunità remote rischiano l’isolamento
Piccole città come Jackhorn, nel Kentucky, dipendono dalla radio pubblica non solo per le notizie quotidiane, ma anche per emergenze meteorologiche e disastri naturali. La stazione WMMT 88.7, attiva da quasi 40 anni, raggiunge settimanalmente circa 18.000 ascoltatori in Kentucky, Virginia, West Virginia e Ohio. Con un terzo del proprio bilancio proveniente dalla CPB, il taglio metterà seriamente a rischio la sua operatività nei prossimi due anni fiscali. In passato, WMMT è stata fondamentale per la diffusione di messaggi di emergenza durante le inondazioni del 2022.
Radio locali come presidio durante le catastrofi
Durante eventi estremi come l’uragano Helene, che ha colpito Carolina del Nord nel 2024, stazioni come Blue Ridge Public Radio hanno mantenuto aggiornate le comunità con istruzioni salvavita, coprendo 14 contee e raggiungendo oltre 90.000 ascoltatori a settimana. Secondo la direttrice generale Ele Ellis, la stazione rischia di perdere 330.000 dollari all’anno, ovvero circa il 6% del suo bilancio, compromettendo la possibilità di mantenere torri di trasmissione in zone isolate.
L’allarme degli operatori locali e il ruolo della CPB
Organizzazioni come Appalshop, che gestisce WMMT, denunciano il pericolo che intere comunità restino senza informazioni critiche. Il responsabile dei programmi artistici, Roger May, ha sottolineato come il servizio pubblico non sia una questione politica, ma una necessità concreta in aree dove non esistono alternative informative. Molti giornalisti e redattori vivono nelle stesse aree che servono, garantendo copertura su agricoltura, enti locali e scuola pubblica.
Esenzioni limitate e incertezza per le minoranze
Il senatore Mike Rounds ha annunciato un’esenzione per una dozzina di stazioni radio Native American, che riceveranno finanziamenti dal Dipartimento degli Interni. Tuttavia, non è chiaro se la misura sia stata approvata definitivamente, né quali saranno gli importi stanziati. Per le restanti emittenti, le opzioni alternative di finanziamento si limitano a donazioni locali o a sponsorizzazioni aziendali, come quelle ricevute dalla panetteria gestita da Gwen Johnson, ex programmatrice radiofonica.
La tensione tra Casa Bianca e media pubblici
Il presidente Trump ha più volte criticato NPR e PBS, accusandole di essere orientate ideologicamente a sinistra. Nel mese di maggio, il presidente ha emanato un ordine esecutivo sollecitando la Corporation for Public Broadcasting (CPB) a cessare i finanziamenti a NPR e PBS, nonostante l’organizzazione non sia formalmente sottoposta al suo controllo diretto. La portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt ha dichiarato che NPR si sarebbe trasformata in uno strumento di propaganda, mentre l’emittente ha riaffermato la propria missione legata alla protezione della sicurezza pubblica.
Le conseguenze per la libertà di informazione
Ex collaboratori come Laura Lee, già produttrice NPR, evidenziano che molte comunità rurali non hanno accesso a fonti giornalistiche indipendenti, né a quotidiani locali. Secondo un rapporto del 2023 del Pew Research Center, circa il 20% degli adulti statunitensi continua a ricevere notizie locali attraverso la radio. La riduzione dei finanziamenti potrebbe dunque privare milioni di cittadini di una voce imparziale e vicina al territorio, minando ulteriormente la libertà di stampa garantita dal Primo Emendamento.