Sciopero dei dipendenti Gucci per il welfare aziendale

Matteo Romano

La protesta dei lavoratori del lusso

I dipendenti di Gucci Italia hanno avviato una mobilitazione nazionale contro la decisione dell’azienda di sospendere l’erogazione del welfare integrativo previsto dal contratto collettivo in vigore fino al 31 dicembre 2024. La protesta, indetta dalle sigle sindacali Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs, coinvolge circa 1.000 addetti tra personale di vendita e logistica, che hanno proclamato lo stato di agitazione.

Nonostante un fatturato superiore a 7 miliardi di euro nel 2024, il gruppo controllato da Kering è accusato dai sindacati di voler rivedere le condizioni del pacchetto welfare già concordato, legandolo a una revisione complessiva del sistema di incentivi previsto per il triennio 2022-2024.

Le richieste dei sindacati

Le organizzazioni sindacali contestano l’atteggiamento dell’azienda, ritenuto dilatorio e penalizzante per i lavoratori. La piattaforma integrativa firmata a luglio 2022 aveva introdotto un pacchetto di welfare che, secondo gli impegni presi, sarebbe dovuto proseguire anche nel 2025. Tuttavia, la direzione ha condizionato l’erogazione alle nuove trattative, rinviando ripetutamente le decisioni.

Per i sindacati, questa scelta rappresenta un passo indietro nelle politiche di tutela e un segnale negativo in un settore come quello del lusso, che dispone di risorse economiche adeguate per garantire standard più elevati ai propri dipendenti.

Il contesto economico e le tensioni interne

La protesta arriva in un momento delicato per Gucci, che pur mantenendo ricavi elevati ha registrato un calo delle vendite rispetto agli anni precedenti. La strategia di contenimento dei costi, applicata anche al personale, viene vista dai lavoratori come una contraddizione per un marchio simbolo del lusso internazionale.

Secondo le organizzazioni dei lavoratori, il rifiuto di confermare il welfare integrativo rappresenta un segnale di scarsa attenzione verso le esigenze di chi sostiene quotidianamente le attività commerciali e logistiche del marchio.

Le possibili azioni future

Lo stato di agitazione nazionale potrebbe sfociare in scioperi e manifestazioni coordinate in tutta Italia. Le sigle sindacali hanno annunciato che, in assenza di risposte concrete, intensificheranno la mobilitazione coinvolgendo tutti i punti vendita e i centri logistici di Gucci Italia.

L’obiettivo è ottenere il rispetto degli accordi sottoscritti e impedire modifiche che riducano le tutele già conquistate. Le sigle chiedono anche l’apertura immediata di un tavolo di confronto per evitare un peggioramento delle relazioni industriali.

Un segnale per il settore del lusso

Il caso Gucci evidenzia una crescente tensione tra le esigenze di competitività aziendale e le aspettative di miglioramento delle condizioni di lavoro nel settore del retail di fascia alta. La vicenda potrebbe avere ripercussioni anche su altre maison, spingendo i sindacati a rafforzare la loro azione su un comparto che continua a registrare margini significativi ma che, secondo i lavoratori, non redistribuisce adeguatamente i benefici.