Nvidia e AMD verseranno il 15% dei ricavi USA

Lorenzo Bianchi

Accordo commerciale tra amministrazione Trump e colossi dei chip

Nvidia e AMD avrebbero raggiunto un’intesa con il governo statunitense per continuare a esportare in Cina i loro processori di fascia alta. L’intesa, non ancora formalmente annunciata, stabilisce che le due società versino al Dipartimento del Tesoro il 15% dei profitti derivanti dalla vendita di chip destinati al mercato cinese.
Per Nvidia, la misura riguarda il processore H20, mentre per AMD riguarda il modello MI308. In cambio, l’amministrazione Trump ha rilasciato le necessarie licenze di esportazione, sbloccando l’accesso a un mercato strategico nonostante le restrizioni imposte negli ultimi anni. L’accordo sarebbe stato raggiunto pochi giorni dopo un incontro tra il CEO di Nvidia, Jensen Huang, e il presidente Donald Trump.

Un’intesa dal forte valore strategico

Secondo analisti di settore, l’accordo rappresenta un precedente rilevante nelle relazioni commerciali tra Washington e i giganti della tecnologia. La clausola del 15% di ricavi destinata al governo statunitense evidenzia il prezzo dell’accesso a un mercato globale sempre più frammentato da tensioni geopolitiche e guerre commerciali.
Le restrizioni all’export di tecnologie avanzate, introdotte per limitare lo sviluppo industriale cinese in settori sensibili, hanno reso indispensabile trovare un compromesso che salvaguardasse sia la sicurezza nazionale sia gli interessi economici delle aziende statunitensi.

Impatto sul mercato dei semiconduttori

Il via libera alla vendita in Cina di H20 e MI308 potrebbe influire sull’equilibrio competitivo nel mercato dei semiconduttori. Entrambi i modelli sono destinati a segmenti ad alta domanda, come intelligenza artificiale, data center e calcolo avanzato.
La possibilità di tornare a vendere questi chip nel secondo mercato mondiale per l’elettronica garantisce alle due aziende un’importante fonte di ricavi, pur a fronte di un contributo economico significativo al governo americano. Gli analisti sottolineano che la misura potrebbe essere replicata in futuro per altre tecnologie soggette a restrizioni.

Contesto di crescenti tensioni commerciali

L’accordo si inserisce in una fase di forte instabilità per il settore tecnologico globale. L’amministrazione Trump ha di recente imposto nuove tariffe e restrizioni all’export, mirando soprattutto ai fornitori di componenti avanzati destinati a paesi ritenuti rivali strategici.

 Per le aziende, l’incertezza normativa e l’esposizione ai rischi geopolitici rendono complessa la pianificazione a lungo termine. L’intesa con Nvidia e AMD potrebbe rappresentare un modello di compromesso, ma evidenzia anche quanto le pressioni politiche influenzino le strategie di mercato delle multinazionali.

Apple rafforza la propria presenza negli Stati Uniti

Parallelamente a queste dinamiche, Apple ha annunciato un massiccio piano di investimenti da 100 miliardi di dollari negli Stati Uniti, che si aggiunge ai 500 miliardi già stanziati a febbraio. L’obiettivo è consolidare i rapporti con i fornitori nazionali e rafforzare la catena di approvvigionamento interna.
Il nuovo American Manufacturing Program prevede collaborazioni estese con dieci aziende statunitensi, impegnate nella produzione di componenti per i dispositivi venduti a livello globale. Questa mossa, seppur distinta dall’accordo Nvidia-AMD, si colloca nello stesso contesto di politiche industriali orientate a rafforzare la produzione e la sicurezza tecnologica nazionale.