Fondazioni bancarie, limite al cumulo degli stipendi

Matteo Romano

Una nuova regola dopo lo scandalo Crt

Il dibattito sulle Fondazioni di origine bancaria si arricchisce di una novità significativa: lo stop al cumulo illimitato dei compensi. La misura, contenuta nella bozza del nuovo Protocollo d’Intesa elaborato dall’Acri insieme al ministero dell’Economia, nasce come risposta diretta allo scandalo che ha coinvolto la Fondazione Crt nel 2024. Allora, una serie di nomine interne e il successivo commissariamento sfiorato avevano acceso i riflettori sulla gestione delle cariche e dei compensi.

Il tetto di 20mila euro annui

La bozza stabilisce che i componenti degli organi delle Fondazioni, qualora assumano anche incarichi in società o enti collegati, potranno percepire un compenso aggiuntivo fino a un massimo di 20mila euro lordi all’anno. Oltre tale soglia, l’eccedenza dovrà essere riversata direttamente alle Fondazioni stesse tramite meccanismi definiti in anticipo. Si tratta di una misura volta a evitare abusi e a garantire che l’azione delle Fondazioni rimanga coerente con la loro natura filantropica e sociale, limitando il rischio di conflitti d’interesse e di accumuli sproporzionati.

Trasparenza e vigilanza rafforzata

Il provvedimento è concepito come strumento di maggiore trasparenza gestionale, in linea con le richieste del Tesoro e delle autorità di vigilanza. Le indagini ancora in corso da parte delle procure di Roma e Torino hanno infatti rafforzato l’urgenza di introdurre un quadro normativo più stringente. Le Fondazioni, nate con finalità pubbliche e sociali, vengono così richiamate a un ruolo più chiaro e più distante da logiche di gestione orientate all’interesse personale.

Altre novità sul funzionamento

La riforma non si limita al capitolo compensi. Nella bozza del Protocollo si prevede anche la possibilità di derogare al limite che fissa al 33% del patrimonio la quota investibile in una singola società – tipicamente la banca conferitaria – purché venga attivato un piano di rientro entro tre anni e con un coefficiente di calcolo più favorevole. Inoltre, la durata dei mandati sarà di sei anni, rinnovabili al massimo per due volte consecutive, introducendo così un limite temporale che riduce il rischio di consolidamento eccessivo del potere decisionale.

Un equilibrio tra rigore e flessibilità

Il compromesso raggiunto tra Acri e il ministero dell’Economia, guidato da Giancarlo Giorgetti, punta a conciliare esigenze di rigore e trasparenza con una certa flessibilità operativa. Se da un lato si pongono paletti stringenti sugli emolumenti e sulla durata degli incarichi, dall’altro si riconosce la necessità di lasciare margini di manovra in ambito finanziario per permettere alle Fondazioni di valorizzare i propri patrimoni. L’obiettivo resta quello di rafforzare la credibilità di istituti che svolgono un ruolo centrale nella promozione culturale, sociale ed economica dei territori.