Mps rilancia l’offerta finale su Mediobanca

Francesca Vitali

Rafforzata la componente in contanti

Il consiglio di amministrazione di Banca Monte dei Paschi di Siena (Mps) ha approvato un potenziamento della propria offerta pubblica di scambio su Mediobanca, introducendo una parte cash pari a 750 milioni di euro. L’iniziativa, sostenuta dall’amministratore delegato Luigi Lovaglio, prevede un incremento di 0,90 euro per azione da aggiungere alle 2,533 azioni Mps di nuova emissione già incluse nel rapporto iniziale. In caso di adesione totale, il valore complessivo dell’operazione raggiungerebbe i 13,5 miliardi di euro, pari a 16,33 euro per azione, con un premio calcolato in 11,4% rispetto alle quotazioni rettificate di Piazzetta Cuccia.

L’obiettivo strategico del 50%

Il traguardo dichiarato da Rocca Salimbeni resta il superamento della soglia del 50% del capitale di Mediobanca. Questo livello consentirebbe di sfruttare appieno le attività fiscali differite (Dta), un patrimonio di crediti fiscali legati a perdite pregresse che potrebbero generare circa 500 milioni di euro l’anno di benefici, contro i 300 milioni ottenibili restando sotto la maggioranza assoluta. Il superamento della metà delle adesioni è dunque considerato cruciale per consolidare i bilanci e rafforzare la redditività del futuro gruppo aggregato.

Il ruolo dei grandi investitori istituzionali

Mps ha eliminato la condizione di efficacia al 66,7% delle adesioni, mantenendo come unico requisito il raggiungimento del 35% minimo. La difficoltà principale resta quella di ottenere il consenso dei fondi istituzionali e degli hedge fund, che in passato avevano sostenuto le strategie alternative promosse dall’amministratore delegato di Mediobanca, Alberto Nagel. Proprio loro saranno determinanti per stabilire se l’operazione riuscirà a superare la soglia del 50%. Anche qualora non venisse raggiunta subito, Mps potrà rafforzare la propria posizione acquistando successivamente altre azioni sul mercato.

Reazione del mercato e adesioni iniziali

Il mercato ha reagito con vendite diffuse al rilancio di Siena. Il giorno dopo l’annuncio, le azioni Mps hanno chiuso in ribasso del 3%, mentre quelle di Mediobanca hanno segnato una flessione del 2,8%. Un andamento riconducibile al classico effetto di “sell on news”, arrivato dopo settimane di rialzi trainati dalle speculazioni sul risiko bancario. Nel frattempo, le adesioni hanno iniziato a crescere: nel primo giorno dopo il rilancio hanno raggiunto il 30,1%, anche grazie al conferimento del 2% del gruppo Benetton. A queste quote si aggiungeranno quelle dell’Enpam, l’ente previdenziale dei medici, che detiene un altro 2%, e di Pierluigi Tortora, pattista di Mediobanca. La soglia minima del 35% appare quindi già sostanzialmente garantita.

Le prossime tappe dell’operazione

Il termine per l’adesione è fissato all’8 settembre, ma con ogni probabilità sarà seguita da una nuova finestra compresa tra il 16 e il 22 settembre. Mediobanca ha intanto convocato il consiglio di amministrazione per riesaminare l’offerta di Mps. Sebbene difficilmente il board della merchant bank milanese possa esprimere un parere favorevole, la situazione segna un passaggio cruciale per il futuro assetto di Piazzetta Cuccia e per la fine della lunga gestione di Alberto Nagel, alla guida da oltre 18 anni.