Rendimenti brevi in calo, ma quelli lunghi restano elevati
Il mercato obbligazionario internazionale sta vivendo una fase anomala. Mentre i tassi d’interesse a breve e medio termine sono scesi grazie ai recenti tagli delle banche centrali, quelli a lunga scadenza hanno continuato a crescere, raggiungendo i livelli più alti degli ultimi 15 anni. I titoli di Stato a lunga durata mostrano rendimenti in rialzo e prezzi in discesa, un segnale che alimenta timori sul debito sovrano.
Gli interventi delle banche centrali
La Banca centrale europea ha ridotto in dodici mesi il tasso ufficiale sui depositi da 3,5% a 2%, mentre la Federal Reserve statunitense ha optato per un taglio più moderato, da 4,75% a 4,25%. La discesa dei tassi ha favorito i titoli a breve come i Bot o i Btp con scadenza entro i dieci anni. Tuttavia, sulle curve di lungo periodo lo scenario resta opposto: i rendimenti continuano a salire e i prezzi a scendere, come dimostra l’andamento dei bond emessi in Francia e Regno Unito.
Il caso del bond “Matusalemme” austriaco
Un esempio significativo è rappresentato dal titolo di Stato austriaco con scadenza nel 2117, noto come “Matusalemme”, con rating AA+. Dall’inizio del 2024 la sua quotazione è passata da 82 a 59 euro, con una perdita del 28%. Si tratta di un calo rilevante per un’obbligazione con un giudizio di solidità così elevato, che dimostra come gli investitori richiedano tassi sempre più alti per impegnare capitali su periodi così lunghi.
Le ragioni dietro l’aumento dei tassi lunghi
I motivi alla base di questa dinamica sono diversi. In Europa, la situazione politica e fiscale di Paesi come Francia e Regno Unito ha riacceso l’allarme sui conti pubblici. In Germania, la spesa per interessi è aumentata del 116% dal 2020, un dato che supera addirittura quello italiano. Negli Stati Uniti, al peso già enorme dell’indebitamento federale si aggiunge l’incertezza legata alla politica commerciale: la possibilità che la Corte Suprema dichiari illegittimi i dazi voluti dalla Casa Bianca rischia di aprire una nuova falla nei conti pubblici.
L’incertezza sulla Fed e le prospettive future
A rendere ancora più fragile lo scenario c’è la questione della credibilità della Federal Reserve. Le pressioni esercitate dalla presidenza americana sulla banca centrale mettono in discussione la sua indipendenza, con ripercussioni soprattutto sulle aspettative a lungo termine. I mercati, di conseguenza, continuano a chiedere rendimenti più elevati per i titoli con scadenze lontane, in un contesto di crescente incertezza.