Debiti record soffocano le telecom italiane

Lorenzo Bianchi

Ricavi stagnanti e peso degli interessi

Il panorama delle telecomunicazioni in Italia è caratterizzato da un forte indebitamento e da margini sempre più compressi. I principali operatori del settore si trovano a gestire passività per decine di miliardi di euro, mentre i ricavi mostrano segnali di stagnazione o addirittura di contrazione. La combinazione di tariffe tra le più basse al mondo e alti oneri finanziari limita fortemente la capacità di investire in nuove reti e tecnologie. Di conseguenza, l’ipotesi di fusioni o alleanze appare sempre meno rinviabile.

La situazione di Tim tra Brasile e Italia

Il gruppo Tim, guidato da Pietro Labriola, ha ridotto parte delle proprie difficoltà grazie all’ingresso di Poste Italiane nel capitale e alla cessione della rete. Nonostante ciò, al 30 giugno i debiti ammontavano ancora a 7,5 miliardi di euro. Dei 6,6 miliardi di ricavi semestrali, oltre il 55% proviene da Tim Brasil e dalla divisione Enterprise, mentre la telefonia consumer non raggiunge i 3 miliardi e rimane sostanzialmente ferma. La collaborazione con Poste non porterà sinergie immediate: l’Antitrust ha confermato che non vi saranno offerte congiunte nei prossimi anni, spostando al 2028 le eventuali prospettive di integrazione commerciale.

WindTre e i nodi con Iliad

Anche WindTre è in difficoltà, con 13,5 miliardi di debiti registrati a fine 2024, quasi interamente legati a finanziamenti della controllante Ck Hutchison. Il risultato operativo del business italiano ha segnato una perdita di oltre 112 milioni, mentre i progetti di cessione della rete al fondo Eqt per 3,4 miliardi sono falliti a causa dell’opposizione di Iliad, partner di WindTre nella joint venture Zefiro per lo sviluppo nelle aree rurali. La decisione ha incrinato i rapporti tra i due operatori, proprio mentre Iliad continua a crescere in termini di quote di mercato. Tuttavia, la società francese ha chiuso il 2024 con 3,1 miliardi di debiti e il primo semestre 2025 con una perdita di 53 milioni, pur in miglioramento rispetto all’anno precedente.

Vodafone Italia e l’operazione Swisscom

Le difficoltà hanno coinvolto anche Vodafone Italia, acquisita da Swisscom, capogruppo di Fastweb. A fine 2024 i debiti ammontavano a 3,4 miliardi, con perdite pari a 392 milioni. Dopo l’operazione, l’indebitamento netto di Fastweb è salito a 7,6 miliardi, mentre il fatturato combinato con Vodafone ha segnato nel primo semestre un calo dello 0,4%, fermandosi a 3,6 miliardi. La sfida per il nuovo polo sarà quella di razionalizzare i costi e trovare un modello di crescita sostenibile in un mercato maturo e ipercompetitivo.

La corsa di Iliad tra ambizioni e vincoli

Il ruolo di Iliad, pur essendo un operatore più giovane, resta centrale nella dinamica del settore. Gli oneri finanziari annuali ammontano a 135 milioni di euro, e la necessità di sostenere investimenti elevati spinge la società francese a cercare alleanze strategiche. I tentativi di acquisire le attività italiane di Vodafone non hanno avuto esito, così come le interlocuzioni con il governo per una possibile aggregazione con Tim. Senza un partner solido, Iliad rischia di non riuscire a completare il passaggio da operatore “sfidante” a realtà con stabilità economica di lungo periodo.