Le accuse di Pechino e il nuovo fronte regolatorio
La Cina ha intensificato la sua pressione nei confronti di Nvidia, accusando il colosso statunitense dei semiconduttori di violazioni antitrust. La State Administration for Market Regulation ha reso noto che le verifiche preliminari avviate a dicembre hanno rilevato irregolarità rispetto alla normativa nazionale sulla concorrenza, aprendo la strada a un’indagine supplementare. I dettagli sulle possibili sanzioni non sono stati resi pubblici, ma l’iniziativa arriva in un momento di forte tensione commerciale e geopolitica con Washington.
La disputa tecnologica con gli Stati Uniti
Dal 2022, il governo statunitense ha limitato la possibilità per Nvidia e altri produttori di vendere in Cina chip ad alte prestazioni destinati all’intelligenza artificiale. L’azienda californiana, leader mondiale nella produzione di GPU avanzate, si trova così al centro di uno scontro che vede le due maggiori economie mondiali contendersi il primato tecnologico. L’indagine avviata dalle autorità cinesi riguarda anche l’acquisizione di Mellanox Technologies, società israeliana di apparecchiature di rete, per un valore di 7 miliardi di dollari. L’operazione è finita sotto la lente in concomitanza con l’inasprimento dei controlli imposti dall’amministrazione Biden sull’export di chip verso la Cina.
TikTok e i negoziati commerciali in corso
Le contestazioni a Nvidia si collocano parallelamente ai colloqui bilaterali tra Pechino e Washington, incentrati sul destino di TikTok. Durante il quarto round di negoziati commerciali a Madrid, i due Paesi discutono possibili accordi per regolamentare la presenza dell’app cinese negli Stati Uniti. Il dossier sui semiconduttori diventa così parte di un contesto negoziale più ampio, che comprende sia la sicurezza digitale sia l’accesso alle tecnologie strategiche.
La strategia cinese per l’autosufficienza tecnologica
Negli ultimi anni la Cina ha investito massicciamente per ridurre la dipendenza dall’estero nel settore dei chip. Fin dal primo mandato di Donald Trump, il governo ha sostenuto con forza i campioni nazionali, finanziando lo sviluppo di processori progettati internamente. Aziende come Huawei hanno già introdotto chip proprietari per alimentare i data center di intelligenza artificiale. Parallelamente, colossi come Alibaba e Baidu hanno incrementato l’utilizzo di soluzioni domestiche, con l’obiettivo di rafforzare la competitività delle aziende cinesi a livello globale.
Un settore sempre più strategico
La vicenda Nvidia evidenzia quanto il comparto dei semiconduttori sia diventato un punto nevralgico nelle relazioni internazionali. Da un lato, gli Stati Uniti cercano di mantenere un vantaggio tecnologico imponendo limiti all’export; dall’altro, la Cina mira a garantire una sovranità digitale attraverso lo sviluppo interno. L’azione antitrust contro Nvidia rappresenta quindi non solo un procedimento regolatorio, ma anche un tassello di una più ampia strategia di politica industriale e geopolitica.