Le vendite dei top manager
I vertici di Mediobanca hanno avviato un’operazione di dismissione parziale delle proprie quote. Alberto Nagel, amministratore delegato, ha venduto 1 milione di azioni, pari a circa un terzo del pacchetto posseduto, incassando oltre 22 milioni di euro. A questa operazione si aggiungono le cessioni di Francesco Saverio Vinci, direttore generale, che ha liquidato 400.000 titoli per quasi 9 milioni di euro, e di Renato Pagliaro, presidente, che ha alienato 100.000 azioni, dopo averne già cedute 200.000 la settimana precedente, ottenendo circa 2,1 milioni di euro. Le azioni vendute rientrano nel programma di performance shares accumulate in più di vent’anni di attività.
L’impatto dell’Opas di Mps
La tempistica non è casuale: si è infatti riaperta la fase dell’offerta pubblica di scambio di Mps su Mediobanca, già capace di raccogliere oltre il 62% delle adesioni al 16 settembre. L’operazione resterà aperta fino al 22 settembre, con il pagamento dei corrispettivi già avviato per le azioni conferite. L’esito dell’offerta porterà a una riduzione del flottante e, secondo le stime, Mps potrebbe arrivare a detenere fino all’80% del capitale di Piazzetta Cuccia. Un livello così elevato di adesione renderebbe inevitabile il delisting e aprirebbe la strada a una possibile fusione per incorporazione, pur mantenendo il marchio storico di Mediobanca come brand commerciale.
Gli equilibri tra i soci e le prospettive future
L’avanzata di Rocca Salimbeni modifica anche i rapporti tra gli azionisti forti. Per gruppi come Delfin e Caltagirone, la diluizione delle quote conseguente all’Opas rappresenterebbe un vantaggio, poiché non richiederebbe ulteriori cessioni per rispettare le soglie già autorizzate. Nel frattempo, i mercati osservano con attenzione l’evoluzione di questa fase, consapevoli che la trasformazione di Mediobanca segna uno snodo cruciale per gli equilibri del settore bancario italiano.
Le imminenti dimissioni e la gestione transitoria
Il consiglio di amministrazione di Mediobanca, convocato per l’approvazione del bilancio, sarà anche l’occasione per le dimissioni formali di Nagel e Pagliaro, insieme a una parte del board. L’assemblea dei soci del 28 ottobre sarà chiamata a nominare i nuovi vertici, mentre Luigi Lovaglio, amministratore delegato di Mps, avrà un ruolo determinante nella definizione della lista dei candidati da depositare entro il 3 ottobre. Tra i possibili nomi destinati a guidare la fase di transizione circolano con insistenza quelli di Gian Luca Sichel e soprattutto di Francesco Saverio Vinci, destinato a svolgere un ruolo di rilievo nella continuità gestionale.