Mps, Nagel aderisce all’Ops e cambia strategia

Francesca Vitali

La svolta dei vertici di Mediobanca

Dopo settimane di resistenza all’Ops lanciata da Monte dei Paschi di Siena, i principali dirigenti di Mediobanca hanno deciso di aderire, segnando un’inversione rispetto alla linea difensiva portata avanti fino a pochi giorni fa. Tra loro spiccano Alberto Nagel, Renato Pagliaro e Francesco Saverio Vinci, che hanno conferito parte delle proprie azioni nell’ambito dell’offerta. Una scelta che, pur contrastando con le precedenti dichiarazioni, rappresenta un riconoscimento implicito della solidità dell’operazione guidata da Rocca Salimbeni.

I numeri delle adesioni individuali

Secondo i dati pubblicati da Consob, Nagel ha consegnato 364mila azioni Mediobanca, ricevendo in cambio circa 922mila titoli Mps e 330mila euro in contanti, per un controvalore stimato in 7,6 milioni di euro ai prezzi correnti. Pagliaro ha partecipato con 1 milione di azioni, ottenendo 2,5 milioni di titoli Mps e 900mila euro in contanti, per un valore complessivo vicino ai 21 milioni di euro. Vinci ha ceduto 263mila azioni, ricevendo 660mila titoli Mps e 240mila euro. Pagliaro ha inoltre monetizzato ulteriori 2,1 milioni di euro con la vendita separata di 100mila azioni.

Il valore complessivo delle operazioni

Le operazioni cumulate portano a un risultato significativo: i tre manager hanno complessivamente incassato circa 91 milioni di euro, mantenendo in portafoglio un pacchetto di azioni Mps dal valore di 21 milioni. Prima delle dismissioni, Nagel possedeva 3,22 milioni di azioni Mediobanca (circa 67,5 milioni di euro ai valori di mercato), Pagliaro 2 milioni di titoli (pari a 42 milioni) e Vinci 1,41 milioni di azioni (stimati in 29,4 milioni). Le loro partecipazioni si sono dunque sensibilmente ridotte.

L’avanzata di Mps e le prospettive future

L’adesione dei vertici di Mediobanca si inserisce in un contesto in cui Mps ha già superato il 70% del capitale di Mediobanca e punta a raggiungere circa l’80% entro la chiusura della riapertura dell’offerta. Il successo di questa strategia, promossa dall’amministratore delegato Luigi Lovaglio e sostenuta da azionisti di peso come Delfin, Caltagirone e il Tesoro, pone le basi per un’ulteriore evoluzione della governance.

Nuovi equilibri nel board

Il prossimo passo sarà la definizione della lista dei nuovi membri del consiglio di amministrazione di Mediobanca, che verrà depositata entro il 3 ottobre, in vista dell’assemblea del 28 ottobre. Il board sarà ridotto a nove componenti, numero minimo previsto dallo statuto. In questa fase di transizione, il nome di Francesco Saverio Vinci viene indicato come possibile figura di collegamento tra la vecchia e la nuova gestione. Il governo, attraverso il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, ha espresso un giudizio positivo sull’operazione, sottolineando come il risultato del mercato rappresenti un segnale di fiducia verso il nuovo corso.