Unicredit riduce la quota in Generali al 2%

Giulia Conti

Dalla salita al 7% alla discesa progressiva

Unicredit ha ridimensionato in modo consistente la propria partecipazione in Generali, portandola attorno al 2% dopo aver raggiunto in primavera un livello vicino al 7%. In occasione dell’assemblea di aprile, la banca era presente con una quota del 6,49%, ma già in estate aveva iniziato a ridurre l’esposizione al 5%, proseguendo poi con ulteriori vendite mirate. Questa strategia ha consentito all’istituto guidato da Andrea Orcel di realizzare importanti plusvalenze.

Realizzati guadagni fino a mezzo miliardo

Secondo le stime, l’operazione avrebbe generato un guadagno compreso tra 250 e 500 milioni di euro, a seconda del momento in cui le posizioni erano state aperte. L’investimento iniziale, infatti, risale a un periodo in cui le quotazioni del titolo Generali si aggiravano intorno ai 30 euro, valore poi superato nei mesi successivi. La scelta di monetizzare parte della partecipazione ha quindi avuto effetti positivi sui conti della banca.

L’investimento non era considerato strategico

Fin dall’inizio, l’amministratore delegato Andrea Orcel aveva chiarito che l’operazione non rispondeva a logiche industriali. La partecipazione in Generali era vista come un investimento finanziario e non come il primo passo verso una strategia di integrazione nel settore assicurativo. In più occasioni, il manager aveva ribadito che l’intenzione di Unicredit era quella di ridurre progressivamente la quota fino a uscire del tutto, escludendo categoricamente qualsiasi ipotesi di scalata o di rafforzamento dei legami con la compagnia triestina.

Implicazioni per gli equilibri azionari di Generali

Il ridimensionamento della presenza di Unicredit si inserisce in un contesto complesso per Generali, segnato dalle tensioni tra diversi blocchi azionari. In primavera, Orcel aveva sostenuto la lista di minoranza promossa da Francesco Gaetano Caltagirone e Delfin, contrapponendosi alla maggioranza che aveva poi confermato Philippe Donnet come amministratore delegato e Andrea Sironi alla presidenza. L’uscita progressiva della banca riduce l’influenza diretta di Piazza Gae Aulenti nelle dinamiche interne del Leone di Trieste, spostando gli equilibri in favore della governance attuale.

L’effetto sui mercati e il giudizio delle agenzie

La notizia del disimpegno non ha avuto impatti negativi sui listini. Nella giornata di ieri, Unicredit ha registrato un lieve progresso dello 0,2%, mentre Generali ha guadagnato il 2%. A rafforzare la performance del gruppo assicurativo è arrivata anche la decisione di Fitch, che ha migliorato il rating di solidità finanziaria da A+ a AA-, includendo anche le principali controllate. Un segnale che conferma la stabilità e la solidità del Leone, nonostante i cambiamenti negli assetti azionari.