Il nodo della governance e il ruolo di traghettatore
Il comitato nomine di Mps ha avviato la fase decisiva per individuare la lista del nuovo consiglio di amministrazione di Mediobanca, che dovrà essere presentata entro il 3 ottobre, in vista dell’assemblea fissata per il giorno 28. Tra le opzioni interne, il nome di Francesco Saverio Vinci sembra ormai tramontato, mentre cresce il consenso attorno a Gian Luca Sichel, attuale responsabile di Compass e Mediobanca Premier. La sua figura, molto apprezzata dentro e fuori l’istituto, potrebbe garantire continuità in una fase delicata, in attesa dell’arrivo di un nuovo amministratore delegato esterno nei prossimi mesi.
I candidati esterni in valutazione
La ricerca di un profilo di alto livello è stata affidata a Maurizia Villa della società Korn Ferry. In cima alla lista figura Riccardo Mulone, country head di Ubs, mentre perde terreno Giorgio Cocini, attualmente in Pimco. È invece da escludere il nome di Matteo Del Fante, oggi al vertice di Poste Italiane, che potrebbe semmai essere preso in considerazione per il futuro di Generali. Resta ancora aperta la questione della presidenza, mentre la composizione del cda potrebbe essere ridotta dagli attuali 15 membri a 11 o 9, per rendere più snella la governance.
Le partecipazioni strategiche e i nuovi equilibri
Dal 15 settembre, con il passaggio del controllo di Mediobanca, Mps ha assunto anche una quota rilevante nel capitale di Generali: il 13,18%, di cui il 12,94% rappresentato da azioni con diritto di voto e lo 0,24% da contratti di prestito titoli. Attraverso Piazzetta Cuccia, il Monte detiene inoltre il 6,81% di Italmobiliare e il 5% di Piquadro. Questi asset rafforzano il peso dell’istituto senese nella galassia finanziaria italiana, proiettandolo in una posizione di primo piano negli equilibri di sistema.
La posizione di Caltagirone e i rapporti con la Bce
A seguito dell’Opas, Francesco Gaetano Caltagirone ha superato la soglia del 10% nel capitale di Mps. Nella dichiarazione del 15 settembre la sua quota risultava al 12,25%, anche se al termine dell’offerta dovrebbe attestarsi di poco superiore al 10%. Lo stesso imprenditore ha avviato presso la Bce la procedura autorizzativa necessaria per il mantenimento di una partecipazione oltre la soglia del 10%, precisando che i diritti di voto eccedenti il 9,9% restano sterilizzati fino al via libera di Francoforte.
Il quadro azionario e i principali soci
Oltre a Caltagirone, la partita delle partecipazioni vede in primo piano la Delfin della famiglia Del Vecchio, che detiene una quota diretta del 20,9%. Lo scenario complessivo conferma come la governance di Mediobanca e i futuri assetti di controllo restino al centro di una partita complessa, nella quale gli equilibri tra i soci storici e i nuovi protagonisti si intrecciano con le scelte strategiche sul futuro management.