Giorgetti e il contributo del settore creditizio
Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha rilanciato il tema del coinvolgimento delle banche nella prossima manovra economica. Secondo il titolare del Tesoro, il settore del credito ha registrato negli ultimi anni utili molto elevati, mentre altre imprese hanno sofferto l’impatto della crisi e dell’aumento dei costi energetici. L’idea è dunque quella di chiedere un contributo straordinario al comparto bancario, senza introdurre misure punitive, ma nell’ottica di garantire un sollievo fiscale per famiglie e imprese.
Confronto politico e posizioni divergenti
Le parole di Giorgetti hanno immediatamente riacceso il dibattito politico. Da un lato, il governo intende avviare un confronto con gli istituti bancari, proseguendo sul solco di intese già sperimentate in passato. Dall’altro, emergono resistenze: il vicepremier Antonio Tajani ha ribadito la contrarietà di Forza Italia all’introduzione di nuove tasse, sostenendo che qualsiasi ulteriore prelievo rischierebbe di rallentare la crescita. Nel frattempo, l’Abi, guidata da Antonio Patuelli, ha ricordato l’accordo dello scorso anno sulle Dta, che garantisce allo Stato un gettito superiore a 4 miliardi di euro nel biennio 2025-2026.
Margini di bilancio e sostenibilità della manovra
L’orientamento del governo rimane quello di muoversi con prudenza finanziaria, mantenendo lo spread su livelli contenuti per evitare che la spesa per interessi comprometta le possibilità di intervento. Giorgetti ha sottolineato che con uno spread vicino ai 250 punti base, il peso degli interessi avrebbe reso impossibile non solo ridurre le imposte, ma anche finanziare comparti essenziali come la Sanità. In questo contesto, la manovra dovrà trovare un equilibrio tra rigore di bilancio e misure di sostegno a famiglie e imprese, con particolare attenzione alla pace fiscale, alla revisione delle aliquote Irpef e a nuove agevolazioni mirate.
Aggiornamento delle previsioni economiche
Il ministro è atteso in Senato per discutere la nuova governance di bilancio. Entro il 2 ottobre, il governo dovrà presentare il Documento programmatico di finanza pubblica (Dpfp) con le stime aggiornate per il triennio successivo. Le previsioni diffuse ad aprile indicavano per il 2025 una crescita dello 0,6% e dello 0,8% per il 2026, ma indiscrezioni parlano di possibili ritocchi al ribasso. Resta quindi da chiarire quale sarà il quadro economico su cui verranno costruite le prossime decisioni di politica fiscale.
Le misure attese nella prossima legge di bilancio
Tra le ipotesi in discussione figurano la rimodulazione della seconda aliquota Irpef, un rafforzamento delle detrazioni legate ai figli a carico, un’Ires premiale per le imprese virtuose e incentivi fiscali per le ristrutturazioni edilizie. Il viceministro dell’Economia Maurizio Leo ha inoltre sottolineato l’importanza di misure specifiche a sostegno delle giovani coppie, con agevolazioni per l’acquisto o la locazione di immobili. Obiettivo dichiarato resta quello di mantenere l’Italia in condizioni di stabilità finanziaria, con un bilancio pubblico in equilibrio e strumenti capaci di sostenere la crescita.