Intesa Sanpaolo, utile record e focus su stabilità

Francesca Vitali

Risultati sopra le attese nei primi nove mesi

Intesa Sanpaolo ha chiuso i primi nove mesi del 2025 con risultati superiori alle previsioni del mercato, confermandosi il gruppo bancario leader in Italia per solidità e redditività. L’utile netto ha raggiunto 7,6 miliardi di euro, di cui 2,4 miliardi realizzati nel terzo trimestre, segnando un incremento del 6% rispetto allo stesso periodo del 2024 e oltre il doppio rispetto a cinque anni fa. La banca prevede di superare agevolmente la soglia dei 9 miliardi di utile annuo, grazie al contributo crescente delle commissioni e delle attività assicurative, che hanno compensato la flessione del margine di interesse.

Cresce la redditività e la distribuzione ai soci

La politica di remunerazione degli azionisti resta uno dei punti di forza del gruppo guidato da Carlo Messina. Nei primi nove mesi sono stati maturati 5,3 miliardi di dividendi, di cui 3,2 miliardi verranno distribuiti in acconto entro novembre, ai quali si somma il buyback da 2 miliardi completato a ottobre. Sommando il dividendo di maggio, il riacquisto di azioni proprie e l’anticipo autunnale, il totale delle restituzioni di capitale agli azionisti per il 2025 si avvicina a 8,3 miliardi di euro, uno dei valori più elevati nel panorama bancario europeo. Circa il 35% dei dividendi cash, pari a 2 miliardi, sarà destinato a famiglie italiane e fondazioni azioniste, con benefici diretti sui territori locali.

Prestiti in aumento e impatto sull’economia reale

Nel periodo considerato, Intesa Sanpaolo ha intensificato il sostegno al credito, con 42,7 miliardi di nuovi finanziamenti concessi a famiglie e imprese italiane, in crescita del 40% rispetto ai primi nove mesi del 2024. A livello di gruppo, il totale dei prestiti ha raggiunto 63,4 miliardi, segnando un incremento del 31%. L’istituto sottolinea inoltre di aver contribuito al risanamento di 2.050 aziende rientrate in bonis, tutelando circa 10.250 posti di lavoro. Sul fronte del risparmio, la raccolta complessiva di famiglie e imprese ha superato i 1.400 miliardi di euro, con un aumento di 33 miliardi in un solo anno, a conferma della fiducia nella solidità della banca.

Equilibrio fiscale e stabilità patrimoniale

Il contributo fiscale di Intesa Sanpaolo alla finanza pubblica italiana rimane rilevante: nei primi nove mesi del 2025 le imposte maturate hanno raggiunto circa 4,6 miliardi di euro. Nonostante l’incertezza legata alla prossima legge di bilancio e al possibile nuovo contributo richiesto al settore bancario, la banca ha dichiarato che l’impatto sulle proprie riserve e sul patrimonio netto risulta pienamente sostenibile. L’istituto conferma così la capacità di mantenere solidi coefficienti patrimoniali e un livello di capitale ben superiore ai requisiti regolamentari, continuando a sostenere l’economia reale senza rinunciare a una remunerazione elevata per gli azionisti.

Strategia industriale e posizione nel mercato

La performance positiva rafforza la posizione del gruppo nel contesto bancario europeo. Il margine di interesse, pur in lieve calo del 6,8% rispetto agli 11,9 miliardi registrati nei primi nove mesi del 2024, è stato compensato da una crescita delle commissioni nette (+5,1%) e da un forte incremento dei ricavi assicurativi, saliti a 1,4 miliardi. Le commissioni legate a gestione, consulenza e intermediazione sono aumentate dell’8,6%, mentre il risparmio gestito ha registrato una crescita di 9,9 miliardi nel terzo trimestre.
Sul fronte strategico, Messina ha ribadito che Intesa Sanpaolo non parteciperà ad alcun processo di fusione o acquisizione nel breve periodo, preferendo concentrarsi sulla crescita organica e sulla preparazione del nuovo piano industriale, atteso per febbraio 2026. L’obiettivo rimane quello di consolidare la leadership in Europa mantenendo al contempo indipendenza e sostenibilità a lungo termine.