Energia condivisa: protagonisti cittadini e territori

Giulia Conti

La nuova frontiera della partecipazione energetica

La transizione energetica non riguarda soltanto imprese e governi, ma coinvolge sempre più direttamente i cittadini e le comunità locali. Attraverso modelli innovativi come le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) e l’autoproduzione virtuale, famiglie, enti pubblici e piccole imprese possono contribuire attivamente alla produzione di energia pulita, ridurre le emissioni di CO₂ e mantenere il valore economico all’interno dei territori.
Questi strumenti rappresentano un tassello fondamentale per rendere il sistema energetico più democratico, sostenibile e resiliente, in linea con gli obiettivi europei di neutralità climatica.

Le CER come modello di sostenibilità locale

Le CER sono gruppi di cittadini, amministrazioni e piccole aziende che condividono l’energia prodotta da impianti fotovoltaici o eolici di prossimità, generando vantaggi economici, ambientali e sociali. Si tratta di un modello di autoconsumo collettivo che consente di tagliare i costi energetici e ridurre l’impatto ambientale, grazie a una gestione efficiente e locale delle risorse.
La partecipazione è volontaria e gratuita: si può aderire come consumatore (consumer) o come produttore/prosumer, se si dispone di un impianto che immette parte dell’energia nella rete della comunità.

Il vantaggio principale è che l’energia prodotta viene consumata localmente, senza lunghe tratte di distribuzione, con un risparmio energetico e una riduzione delle dispersioni di rete. Inoltre, i membri delle CER possono accedere a incentivi statali per l’energia autoprodotta e condivisa, contribuendo alla riduzione delle bollette familiari e alla competitività delle imprese del territorio.

Crescita delle comunità energetiche in Italia

Secondo i dati più recenti del Gestore dei Servizi Energetici (GSE), aggiornati a maggio 2025, in Italia si contano 421 CER attive, con una potenza installata complessiva di 43 megawatt. Di queste, 212 sono già operative per un totale di 18 MW.
Le comunità coinvolgono circa 1.600 utenti finali, in gran parte cittadini privati (85%), e contano su 230 impianti fotovoltaici con una potenza media di 26 kW per configurazione.
L’obiettivo nazionale è ambizioso: raggiungere 5 gigawatt di capacità installata tramite CER entro il 2030, equivalenti a oltre 15.000 comunità energetiche diffuse su tutto il territorio.

In questo contesto, Enel svolge un ruolo di “facilitatore energetico”, offrendo supporto tecnico, amministrativo e finanziario per la creazione e la gestione delle CER, assicurando un modello integrato di sviluppo e gestione lungo l’intero ciclo di vita dei progetti.

L’esempio virtuoso di Cancello ed Arnone

Un caso emblematico è quello della Comunità Energetica di Cancello ed Arnone, in provincia di Caserta, nata grazie alla collaborazione tra cittadini e amministrazione comunale. Il progetto si basa su un impianto fotovoltaico da 1 megawatt, capace di produrre circa 1,5 milioni di kilowattora di energia rinnovabile ogni anno.
Il Comune condividerà 750.000 kWh provenienti dai consumi pubblici – come illuminazione e servizi comunali – garantendo un equilibrio tra produzione e utilizzo collettivo. I benefici economici generati saranno reinvestiti in iniziative sociali e ambientali a favore della popolazione locale, dimostrando come le CER possano tradursi in strumenti di coesione e sviluppo territoriale.

L’autoproduzione virtuale e la tecnologia digitale

Oltre alle CER, si sta affermando un nuovo modello di partecipazione: l’autoproduzione virtuale, che consente di acquistare “quote” di impianti rinnovabili esistenti senza possederne uno fisicamente.
Il progetto Ebitts, sviluppato dal gruppo Enel, sfrutta una piattaforma digitale che permette ai consumatori di acquistare token energetici rappresentativi di frazioni di impianti fotovoltaici o eolici.
Attraverso una Token Box digitale, gli utenti possono compensare i propri consumi con l’energia prodotta dai loro token, realizzando di fatto un’autoproduzione “a distanza”.
La tecnologia blockchain certifica la tracciabilità e la proprietà delle quote, garantendo trasparenza e sicurezza dei dati energetici.

Una transizione inclusiva e territoriale

Sia le CER che l’autoproduzione virtuale hanno un obiettivo comune: ampliare la partecipazione dei cittadini alla transizione energetica e redistribuire i benefici in modo equo sul territorio.
Questi modelli non solo riducono le emissioni e i costi, ma favoriscono anche una maggiore autonomia energetica locale, stimolando innovazione, inclusione e consapevolezza ambientale.
L’energia condivisa, in tutte le sue forme, rappresenta la base di un futuro in cui la sostenibilità diventa un progetto collettivo, capace di unire tecnologia e responsabilità sociale.