Oneri straordinari e utili trimestrali in calo
La trimestrale di Mediobanca evidenzia una solida tenuta operativa, ma i risultati sono stati appesantiti da oneri straordinari per circa 45 milioni di euro, legati principalmente a bonus anticipati e consulenze per la difesa contro la scalata del Monte dei Paschi di Siena (MPS) e per il fallito tentativo di acquisizione di Banca Generali.
Il risultato netto si è attestato a 291 milioni di euro, in calo del 13,5% rispetto ai 336,9 milioni dello stesso periodo dell’esercizio precedente. Al netto delle spese non ricorrenti, gli utili sarebbero risultati sostanzialmente stabili, confermando la buona capacità reddituale del gruppo.
L’impatto dei bonus e delle operazioni difensive
Gli oneri più rilevanti derivano dalla liquidazione anticipata del piano di incentivi a lungo termine (LTI), che ha comportato la conversione di 6.122.932 azioni in contante per un valore complessivo di 122 milioni di euro.
Tali operazioni si inseriscono nel contesto della gestione Nagel, contrassegnata da una lunga fase di tensione azionaria culminata nella difesa dell’indipendenza dell’istituto. Le spese legali e finanziarie connesse a tali vicende hanno inciso per 30,5 milioni netti, riducendo significativamente la redditività del trimestre.
Andamento delle principali divisioni
Nonostante le difficoltà contingenti, il business operativo di Mediobanca mostra segnali di resilienza.
I ricavi complessivi si sono mantenuti sostanzialmente invariati a 867,6 milioni di euro, con andamenti differenziati tra le diverse aree:
- la gestione patrimoniale ha registrato un lieve calo dell’1,8%, attestandosi a 224,3 milioni;
- la divisione di investment banking ha segnato una flessione del 6% a 171,2 milioni;
- in crescita invece il credito al consumo, salito del 6,9% a 335,3 milioni, e la divisione assicurativa, che ha segnato un incremento del 12,7% a 129,6 milioni.
Quest’ultima componente, legata alla partecipazione del 13,2% in Assicurazioni Generali, ha contribuito per oltre 127 milioni di euro, rappresentando circa il 43,7% dell’utile complessivo del gruppo.
Le sfide per la nuova guida Melzi d’Eril
Con il cambio al vertice, il nuovo amministratore delegato Alessandro Melzi d’Eril e il presidente Vittorio Grilli sono chiamati a ridurre la dipendenza da Generali e a favorire una maggiore diversificazione dei ricavi.
Tra le priorità strategiche rientrano il rafforzamento della divisione Mediobanca Premier, che ha raccolto 2,5 miliardi di euro, e il consolidamento della rete distributiva, oggi composta da 1.399 professionisti, di cui 1.253 operativi nella struttura Premier (548 banker e 705 consulenti finanziari).
L’istituto ha inoltre confermato la remunerazione per gli azionisti, con un dividendo di 0,59 euro per azione in pagamento il 26 novembre, cui seguirà a dicembre la distribuzione dell’intero utile annuale. MPS, in qualità di primo azionista con l’86,3% del capitale, beneficerà della quota maggiore dei proventi.
Prospettive e governance interna
Le previsioni per i prossimi trimestri indicano profitti stabili e una crescita moderata dei ricavi, trainata soprattutto dalle performance di Compass e dal rafforzamento delle commissioni nell’investment banking e nel wealth management.
Sul fronte della governance, il nuovo consiglio d’amministrazione ha rinnovato i propri comitati interni:
- il Comitato Rischi e Sostenibilità è presieduto da Sandro Panizza;
- il Comitato Parti Correlate da Tiziana Togna;
- il Comitato Nomine da Paolo Gallo;
- il Comitato Remunerazioni da Andrea Zappia.
Infine, il Comitato per le partecipate sarà coordinato direttamente dall’amministratore delegato Melzi d’Eril, segno di una volontà di maggiore controllo strategico sulle società collegate.
Un equilibrio tra continuità e rilancio
La trimestrale evidenzia come Mediobanca si trovi in una fase di transizione delicata: da un lato, gli effetti di una lunga stagione di difesa societaria e di costi straordinari; dall’altro, una struttura operativa che resta efficiente e in grado di generare valore.
La sfida per la nuova leadership sarà ora quella di consolidare la redditività, mantenendo stabilità finanziaria e rafforzando il posizionamento competitivo in un settore bancario sempre più esigente.
