Apple verso la successione: chi guiderà l’era post-Cook

Matteo Romano

La prospettiva di un cambio storico ai vertici

Secondo indiscrezioni raccolte da diverse fonti, Apple avrebbe iniziato a definire in modo concreto il percorso che porterà all’uscita di Tim Cook dalla carica di amministratore delegato entro il 2026.
La notizia ha attirato l’attenzione dell’intero settore tecnologico e dei mercati finanziari, consapevoli dell’impatto che una transizione ai massimi livelli avrebbe sulla società più capitalizzata al mondo.
Si tratterebbe del passaggio più significativo dalla scomparsa di Steve Jobs, con la necessità di assicurare continuità strategica e stabilità a un gruppo che oggi vale oltre 4.000 miliardi di dollari.

L’ascesa di Cook e la trasformazione dell’azienda

Tim Cook, che compirà 65 anni nel novembre 2025, è entrato in Apple nel 1998, contribuendo a una profonda riorganizzazione operativa.
Il suo lavoro sulla catena di approvvigionamento è considerato uno dei fattori chiave del rilancio dell’azienda: riduzione delle scorte, ottimizzazione dei costi e maggiore efficienza logistica sono ancora oggi alla base del modello Apple.
Divenuto CEO nel 2011, in un momento critico per l’azienda, Cook ha guidato un’espansione senza precedenti.
Durante il suo mandato, la capitalizzazione è passata da circa 350 miliardi agli attuali 4.000 miliardi, grazie all’evoluzione dei prodotti e alla spinta sui servizi digitali come Apple Music, Apple TV+, iCloud e l’intero ecosistema software.

Sotto la sua guida sono nati o maturati dispositivi come Apple Watch, AirPods, iPad Pro e la famiglia di chip Apple Silicon, che ha rafforzato l’indipendenza tecnologica del gruppo.
Cook ha inoltre lasciato un’impronta importante sul piano valoriale, sostenendo temi come la privacy, la sostenibilità e l’inclusione sociale.

La transizione verso una nuova leadership

Il processo interno di pianificazione della successione sarebbe entrato in una fase decisiva.
Le tempistiche ipotizzate indicano che l’annuncio potrebbe arrivare all’inizio del 2026, probabilmente dopo la pubblicazione dei risultati relativi alle vendite natalizie dell’iPhone.
Questo darebbe alla futura leadership mesi cruciali per preparare gli appuntamenti più importanti dell’anno: la Worldwide Developers Conference (WWDC) e il lancio del nuovo iPhone previsto per l’autunno.

La transizione si inserisce in una fase di cambiamenti più ampi: tra il 2025 e il 2026, infatti, hanno lasciato l’azienda figure storiche come Luca Maestri e Jeff Williams, due dirigenti centrali nella gestione finanziaria e operativa del gruppo.
Tali uscite indicano una riorganizzazione strutturale già in corso.

Chi potrebbe prendere il posto di Tim Cook

Il nome più accreditato per assumere la guida dell’azienda è quello di John Ternus, attuale senior vice president dell’ingegneria hardware.
Entrato in Apple nel 2001, Ternus ha avuto un ruolo determinante nello sviluppo di numerosi prodotti, diventando negli anni una figura centrale per l’evoluzione tecnologica dell’hardware Apple.
La scelta di un profilo interno e profondamente legato alla tradizione ingegneristica dell’azienda sarebbe in linea con la filosofia organizzativa di Cook, che ha più volte sottolineato l’importanza di una successione interna ben pianificata.

Con la crescente competizione nel campo dell’intelligenza artificiale, un leader con un background tecnico potrebbe rappresentare un vantaggio significativo.
La presenza di Ternus ai vertici potrebbe inoltre rafforzare la continuità nel processo di integrazione tra hardware e software, uno degli elementi distintivi del successo di Apple.

Un futuro segnato da continuità e innovazione

La scelta del successore di Cook non avrà solo un impatto sulla direzione strategica, ma anche sull’identità culturale dell’azienda.
Negli anni, Cook ha consolidato un modello basato su stabilità operativa, espansione dei servizi e gestione finanziaria prudente, affiancato da una forte attenzione etica.
Il successore dovrà saper mantenere questi pilastri, guidando al tempo stesso Apple in un mercato sempre più competitivo, segnato da sfide come l’evoluzione dell’IA, la maturità del mercato smartphone e la crescente pressione regolatoria globale.