Ue indaga su Meta per l’uso dell’AI dentro WhatsApp

Sofia Esposito

Avvio del procedimento europeo sulle nuove politiche di Meta

La Commissione Europea ha avviato un’indagine formale nei confronti di Meta per verificare se le nuove regole relative all’utilizzo dell’intelligenza artificiale all’interno di WhatsApp possano violare le norme sulla concorrenza nello Spazio Economico Europeo. L’attenzione dell’autorità è rivolta alla recente politica introdotta dal gruppo statunitense, che disciplina l’accesso dei fornitori esterni di servizi basati su AI alla piattaforma di messaggistica più utilizzata al mondo.

La riforma riguarda in particolare le modalità con cui aziende terze possono utilizzare la funzione “WhatsApp Business Solution”, strumento che consente l’interazione automatizzata con i clienti. A partire da ottobre 2025, Meta ha limitato l’uso di specifiche interfacce da parte dei fornitori di AI, introducendo restrizioni che hanno spinto Bruxelles a intervenire.

Le nuove limitazioni e il rischio di esclusione dei concorrenti

La società californiana ha stabilito che i fornitori di intelligenza artificiale non potranno più utilizzare uno strumento chiave per connettersi con i clienti tramite WhatsApp, lasciando come unica opzione l’impiego della soluzione proprietaria “Meta AI”. Le aziende clienti potranno continuare a offrire assistenza automatizzata, ma attraverso meccanismi che potrebbero essere controllati o limitati dal gruppo.

Secondo le prime valutazioni della Commissione, tale politica potrebbe ridurre la possibilità per soggetti terzi di offrire servizi basati su AI negli Stati membri dello Spazio Economico Europeo. La novità arriva pochi mesi dopo l’introduzione della funzionalità AI dentro WhatsApp a marzo 2025, un lancio posticipato rispetto ad altre regioni per le complessità normative europee.

Cosa prevede l’indagine e le tempistiche dell’aggiornamento

Bruxelles ritiene che le nuove disposizioni verranno formalizzate tramite un aggiornamento dei termini e condizioni dedicati alle aziende presenti su WhatsApp. Per i fornitori di AI già integrati nella piattaforma, la modifica sarà effettiva dal 15 gennaio 2026, mentre per i nuovi operatori l’applicazione è già attiva dal 15 ottobre 2025.

La Commissione teme che l’esclusività operativa di “Meta AI” possa ostacolare la concorrenza, configurando un potenziale abuso di posizione dominante. L’indagine non coinvolge l’Italia, ma rientra nel monitoraggio continuo dei mercati digitali e dei sistemi basati sull’intelligenza artificiale nel SEE.

Timori sul futuro della concorrenza nei servizi digitali

L’ipotesi paventata dalle autorità è che i concorrenti di Meta non riescano più a raggiungere i propri clienti tramite WhatsApp, piattaforma che gode di una posizione privilegiata nel mercato europeo della messaggistica. Un simile scenario rischierebbe di consolidare ulteriormente il dominio del gruppo, rendendo più difficile per operatori esterni proporre soluzioni alternative.

Nel caso in cui dovessero emergere violazioni delle normative Ue sulla concorrenza, Meta potrebbe essere chiamata ad adottare misure correttive. L’inchiesta è stata classificata come prioritaria, segno della crescente attenzione che l’Europa dedica al settore dell’AI e al suo impatto sul mercato.

Le osservazioni delle associazioni dei consumatori

Le preoccupazioni dei consumatori sono state espresse con forza da Udicon, che ha rilevato come l’integrazione obbligata di un assistente AI in un servizio essenziale possa limitare la libertà di scelta degli utenti.

Secondo la presidente Martina Donini, l’introduzione di funzioni proprietarie senza alternative concrete rischia di ridurre l’autonomia degli utenti e di accentuare squilibri già presenti nei mercati digitali. Le associazioni chiedono verifiche rigorose e decisioni che tutelino i diritti dei consumatori, soprattutto in un settore dominato da operatori di dimensioni globali.