Che cos’è il questionario dell’Agenzia delle Entrate
Il questionario inviato dall’Agenzia delle Entrate tramite raccomandata o PEC è un vero e proprio atto istruttorio, non una semplice richiesta informale. Il suo arrivo segnala che il Fisco ha individuato possibili incongruenze fiscali o dati che non risultano coerenti con quanto dichiarato dal contribuente.
Alla base vi sono controlli automatizzati, verifiche sui flussi bancari, controlli incrociati tra banche dati e informazioni provenienti da altri enti o soggetti terzi. Quando emergono discrepanze, il Fisco utilizza il questionario per chiedere al contribuente chiarimenti e documentazione di supporto.
La facoltà di inviare questi questionari è prevista dalla normativa, in particolare dall’articolo 32 del Dpr n. 600/1973, che autorizza l’amministrazione finanziaria a richiedere dati e notizie rilevanti ai fini dell’accertamento, anche con riferimento a soggetti con cui il contribuente ha intrattenuto rapporti economici.
Perché arriva il questionario e cosa può contestare il Fisco
L’invio del questionario rappresenta la fase preliminare di una possibile attività di accertamento fiscale. Non equivale ancora a un avviso di accertamento, ma ne costituisce spesso la anticamera.
Tra le situazioni che possono far scattare l’attenzione dell’Agenzia delle Entrate rientrano, ad esempio:
- movimenti bancari non giustificati rispetto ai redditi dichiarati
- disallineamento tra spese sostenute e capacità contributiva
- investimenti all’estero non adeguatamente documentati
- differenze tra i dati indicati in dichiarazione e quelli presenti nelle banche dati fiscali
Il questionario indica sempre l’oggetto del controllo, specificando quali anni d’imposta sono interessati, quali operazioni sono ritenute critiche e quali documenti o chiarimenti sono richiesti. In questo modo il contribuente sa con precisione quali aspetti della propria posizione fiscale sono sotto esame.
Contenuto del questionario e termini per la risposta
Nel plico ricevuto dal contribuente sono presenti sia il questionario sia le istruzioni. Il documento riporta:
- la struttura delle domande, punto per punto
- l’elenco dei documenti da fornire (ad esempio estratti conto, contratti, fatture, documentazione reddituale)
- le modalità di invio della risposta
- i termini temporali entro i quali è necessario rispondere
Il termine concesso è indicato nel questionario e, in genere, non è inferiore a 15 giorni dalla data di ricezione della comunicazione. In alcuni casi può essere concesso un termine più ampio, soprattutto quando è richiesta una documentazione particolarmente articolata.
La mancata risposta, o una risposta incompleta, può essere valutata negativamente dal Fisco. In base alla normativa, l’assenza di collaborazione può consentire all’amministrazione di procedere con metodi di accertamento più rigorosi, spesso presuntivi, con possibili sanzioni e recuperi d’imposta più gravosi.
Come preparare una risposta completa ed efficace
La prima fase consiste nell’analizzare con attenzione ogni voce del questionario, individuando con precisione le incongruenze segnalate dall’Agenzia delle Entrate. Per ciascun punto è opportuno:
- predisporre una spiegazione chiara, coerente e sintetica
- ricondurre i movimenti finanziari a cause documentabili (stipendi, vendite, rimborsi, trasferimenti familiari, disinvestimenti, ecc.)
- allegare prove oggettive: estratti conto, contratti, ricevute, dichiarazioni dei redditi, certificazioni rilasciate da terzi
Limitarsi a inviare i documenti richiesti, senza fornire una spiegazione strutturata, può non essere sufficiente. Una risposta efficace abbina sempre una parte descrittiva a una parte documentale, in modo da consentire al funzionario incaricato di comprendere rapidamente la natura delle operazioni contestate.
È buona prassi ordinare la documentazione secondo lo stesso schema del questionario, numerando gli allegati e richiamandoli chiaramente nella risposta scritta. Questo approccio agevola il lavoro dell’ufficio e riduce il rischio di interpretazioni errate o incomplete.
Modalità di invio e importanza della collaborazione con il Fisco
Una volta predisposta la risposta, il contribuente può trasmetterla secondo le modalità indicate nel questionario. Di norma sono previste tre opzioni:
- consegna a mano presso gli uffici territoriali dell’Agenzia delle Entrate
- invio tramite raccomandata A/R, conservando ricevuta e copia integrale della documentazione
- trasmissione via PEC, utilizzando gli indirizzi ufficiali riportati nel documento
Il rispetto dei termini e delle modalità di consegna è fondamentale, perché consente di dimostrare la volontà di collaborare con l’amministrazione. Questa collaborazione, unita a risposte puntuali e ben motivate, può spesso evitare il passaggio alla fase successiva di accertamento formale, con conseguente emissione di avvisi e atti impositivi.
Poiché i questionari possono arrivare anche a contribuenti in buona fede, colpiti da semplici errori formali o da dati parziali nei sistemi informatici, una gestione attenta e tempestiva diventa lo strumento principale per chiarire la propria posizione e ridurre al minimo rischi e contenziosi. In presenza di situazioni complesse, il supporto di un professionista abilitato può ulteriormente migliorare la qualità delle risposte e la capacità di tutela del contribuente.
