Generali interrompe il progetto di partnership con Natixis

Giulia Conti

Le trattative sul risparmio gestito si chiudono senza un accordo

Il percorso verso una possibile alleanza strategica tra Generali e Natixis Investment Managers, annunciato con un Memorandum d’Intesa firmato il 21 gennaio 2025, giunge ufficialmente al termine.
La compagnia triestina ha comunicato lo stop definitivo alle interlocuzioni con il gruppo francese BPCE, azionista di controllo di Natixis, dopo mesi di valutazioni tecniche e consultazioni con gli stakeholder coinvolti.

L’intesa preliminare prevedeva la creazione di una joint venture tra le attività di asset management di Generali Investments e Natixis Im, con l’obiettivo di rafforzare la presenza europea nel settore del risparmio gestito e generare economie di scala.
Secondo quanto reso noto dal gruppo triestino, le analisi svolte hanno confermato la validità industriale dell’operazione, ma non sono maturate le condizioni necessarie per trasformare il MoU in un accordo definitivo.

I motivi dello stop: governance, contesto e valutazioni strategiche

La decisione arriva in coerenza con i tempi annunciati lo scorso 15 settembre, data entro la quale le due società si erano impegnate a completare la fase di consultazione.
Le verifiche interne e i confronti con le autorità e i soggetti regolamentati hanno evidenziato criticità nella definizione degli aspetti di governance, nella suddivisione delle responsabilità operative e nella piena convergenza degli obiettivi strategici.

Sebbene non siano stati diffusi dettagli puntuali sul contenuto dei rilievi, la conclusione comune è che il progetto, nelle condizioni attuali, non offriva garanzie sufficienti per proseguire verso una fusione delle attività.
La complessità del settore, caratterizzato da forte concorrenza internazionale e da crescenti richieste normative, ha probabilmente pesato nella scelta di preservare modelli operativi distinti.

Le conseguenze per i due gruppi e le prospettive nel risparmio gestito

Il mancato accordo non comporta un arretramento negli obiettivi di sviluppo dei due player.
Generali, che negli ultimi anni ha rafforzato la propria piattaforma di gestione del risparmio, conferma la volontà di proseguire con strategie autonome e operazioni mirate per consolidare la propria posizione nei mercati europei.
Il gruppo francese BPCE, dal canto suo, resta impegnato nella costruzione di una rete di asset management competitiva su scala globale, con particolare attenzione a soluzioni innovative e partnership selettive.

La chiusura delle trattative rappresenta l’epilogo di uno dei dossier più rilevanti degli ultimi mesi nel panorama finanziario europeo, poiché l’eventuale aggregazione avrebbe dato vita a un operatore con masse gestite significative e potenzialmente in grado di competere con i principali protagonisti del settore.

Un contesto in evoluzione tra consolidamento e nuove sfide

Il risparmio gestito europeo vive una fase di forte trasformazione:

  • pressioni regolatorie crescenti,
  • maggiore attenzione alla sostenibilità,
  • richiesta di prodotti diversificati e orientati alla gestione del rischio,
  • necessità di investimenti tecnologici sempre più rilevanti.

In questo scenario, operazioni di aggregazione come quella ipotizzata tra Generali e Natixis appaiono strategiche per incrementare scala e competitività. Tuttavia, la complessità dei modelli operativi e la tutela degli equilibri societari restano ostacoli significativi da superare.