Ryanair sotto esame per presunto abuso di mercato

Matteo Romano

Indagine avviata dall’autorità italiana

L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato italiana ha avviato un procedimento che potrebbe tradursi in una sanzione straordinaria nei confronti di Ryanair, il principale vettore low-cost europeo. Le stime parlano di una possibile ammenda compresa tra 500 milioni e 1 miliardo di euro, cifra che renderebbe questo intervento uno dei più significativi mai ipotizzati nel settore del trasporto aereo. L’inchiesta riguarda presunte pratiche ritenute restrittive della concorrenza e collegate al rapporto della compagnia con le agenzie di viaggio.

Le accuse provengono da diverse associazioni di categoria del turismo organizzato, che indicano comportamenti considerati incompatibili con gli impegni sottoscritti dalla compagnia irlandese. La vicenda si inserisce in un confronto iniziato nel 2023, quando erano già emerse criticità relative alla gestione delle prenotazioni tramite intermediari.

Le contestazioni sulle tariffe e sulla parità di accesso

Uno dei punti principali riguarda il tema della “parità tariffaria”. Secondo le associazioni del settore, Ryanair renderebbe disponibili le sue tariffe più convenienti solo attraverso il proprio sito ufficiale, escludendo di fatto il canale dedicato alle agenzie, noto come Travel Agent Direct. Questa scelta, secondo i contestatori, violerebbe gli accordi già firmati e limiterebbe la possibilità per gli operatori turistici di offrire ai clienti l’intero ventaglio delle opzioni tariffarie.

Parallelamente, l’episodio si collega ai contenziosi avviati negli anni scorsi. Nel 2023, infatti, Ryanair era finita nel mirino per il blocco di alcune prenotazioni effettuate tramite intermediari e per comunicazioni inviate ai passeggeri in cui veniva negata la validità del rapporto commerciale con tali agenzie. Nonostante una specifica intesa siglata sul canale TAD, l’istruttoria dell’Agcm era proseguita fino alla chiusura dell’8 ottobre di quest’anno. Le nuove segnalazioni hanno riacceso la discussione, spingendo a chiedere un ulteriore intervento dell’autorità.

Ulteriori criticità contestate dalle associazioni

Alle contestazioni sulle tariffe si aggiungono altre pratiche considerate problematiche da parte delle imprese del settore. Tra queste rientra la procedura di verifica facciale applicata ai passeggeri che acquistano i biglietti tramite piattaforme online. Secondo le associazioni, tale procedura costituirebbe un deterrente che renderebbe meno agevole il ricorso a canali diversi da quello diretto.

Un altro punto riguarda il presunto blocco automatico delle prenotazioni, che secondo i segnalanti sarebbe applicato in modo anomalo e penalizzerebbe le agenzie. L’autorità avrebbe inoltre analizzato i contratti di distribuzione sottoscritti con gli intermediari, ritenuti sbilanciati e tali da ridurre la concorrenza tra operatori a vantaggio del vettore irlandese.

Nel complesso, queste condotte – secondo le ipotesi al vaglio dell’Agcm – avrebbero indirizzato in modo forzato i passeggeri verso il canale diretto della compagnia, ostacolando il confronto con le tariffe alternative offerte dal mercato e riducendo la trasparenza per i consumatori.

La posizione dell’azienda nei confronti dell’indagine

La compagnia guidata da Michael O’Leary respinge in modo netto tutte le accuse, sostenendo che le tariffe applicate non rappresentano violazioni della parità tariffaria, ma iniziative promozionali limitate nel tempo e nella disponibilità. Questa interpretazione è stata contestata dalle associazioni, che sostengono che tali iniziative non siano paragonabili a reali promozioni di breve durata.

Ryanair difende inoltre l’utilizzo dei sistemi di riconoscimento e delle procedure di sicurezza, descrivendoli come strumenti volti a prevenire frodi e irregolarità nel processo di vendita. L’azienda sostiene di non essere vincolata da obblighi europei che impongano la collaborazione con agenzie online e ribadisce che il proprio modello commerciale si fonda sulla vendita diretta, ritenuta dalla compagnia il metodo più efficiente per garantire prezzi competitivi.

La società afferma anche che eventuali sanzioni verrebbero contestate nelle sedi competenti, qualora il procedimento dovesse concludersi con un’accusa formale di abuso di posizione dominante.

Verso la decisione definitiva dell’autorità

Il procedimento dell’Agcm è ancora in corso e non è stata adottata alcuna decisione conclusiva. La portavoce della compagnia ha confermato che, in questa fase, l’azienda non può rilasciare ulteriori commenti. Se il procedimento dovesse avanzare, la compagnia irlandese potrebbe trovarsi di fronte a una valutazione ufficiale delle proprie pratiche commerciali e, in caso di contestazione, a una sanzione potenzialmente molto elevata.La dimensione della possibile multa, compresa in un intervallo tra 500 milioni e 1 miliardo di euro, evidenzia l’importanza dell’indagine e le conseguenze che potrebbe avere nel settore dei trasporti aerei, in particolare nel rapporto tra vettori low-cost, intermediari digitali e consumatori.