Bonifici di Natale: come evitare problemi col Fisco

Giulia Conti

Denaro ai familiari e controlli fiscali: quando scatta l’attenzione

Durante il periodo natalizio è sempre più diffusa l’abitudine di regalare somme di denaro a figli, nipoti o altri parenti tramite bonifico bancario, evitando l’uso del contante. Questa modalità è pratica, tracciabile e immediata. Tuttavia, ogni movimento in entrata su un conto corrente può, in determinate circostanze, attirare l’attenzione dell’Agenzia delle Entrate, soprattutto quando non è chiara la natura della somma trasferita.
Un accredito non spiegato potrebbe essere interpretato come un possibile reddito non dichiarato, dando avvio a verifiche anche se il trasferimento è avvenuto in buona fede.

La presunzione legale e l’onere della prova

Tra gli strumenti a disposizione dell’amministrazione finanziaria figura la cosiddetta presunzione legale relativa, che consente al Fisco di ipotizzare l’esistenza di redditi non dichiarati sulla base di elementi indiziari. In questo scenario, l’onere della prova si sposta sul contribuente, che deve dimostrare la provenienza lecita delle somme ricevute.
Anche se un solo dato bancario non basta a giustificare un accertamento automatico – come chiarito dalla Corte di Cassazione – la possibilità di controlli rimane concreta quando i movimenti appaiono incoerenti rispetto al profilo reddituale del destinatario.

Il caso pugliese e l’interpretazione dei giudici

Un esempio significativo proviene da un caso avvenuto in Puglia, dove un imprenditore, socio unico di una società, aveva ricevuto bonifici dalla madre e dalla sorella, entrambe in possesso di redditi tracciati e regolarmente tassati. Nonostante ciò, l’Agenzia delle Entrate aveva avviato un accertamento, considerando quei trasferimenti potenzialmente riconducibili a ricavi non dichiarati.

In primo grado, la Commissione tributaria aveva dato ragione al Fisco. Tuttavia, la sentenza è stata ribaltata in appello: i giudici hanno stabilito che un bonifico proveniente da un familiare non può essere automaticamente classificato come reddito imponibile.
La tassazione è possibile solo quando l’Amministrazione dimostra, con elementi concreti, che le somme derivino da attività economiche non dichiarate. In assenza di tali prove, il trasferimento deve essere letto come un normale aiuto familiare o come un semplice regalo.

Come indicare la causale e ridurre i rischi di controlli

Per evitare fraintendimenti, è sempre consigliabile specificare con chiarezza la causale del bonifico. Indicazioni semplici e trasparenti permettono di contestualizzare l’accredito e dimostrare immediatamente lo scopo del trasferimento.
Tra le causali più comuni e appropriate figurano:

  • “Regalo di Natale”
  • “Sostegno per acquisto elettrodomestico”
  • “Contributo per anticipo casa”
  • “Aiuto economico familiare”

Una causale chiara non elimina il rischio di controlli, ma contribuisce a fornire da subito un elemento utile a dimostrare la liceità dell’operazione e la sua natura non reddituale.

Bonifico e donazione: differenze da conoscere

È fondamentale distinguere il trasferimento spontaneo di denaro tramite bonifico dalla donazione in senso giuridico.
La donazione vera e propria richiede:

  • l’accettazione del beneficiario,
  • in molti casi, un atto notarile,
  • eventuali formalità aggiuntive a seconda dell’importo.

Come chiarito dalla Cassazione nel 2017, il bonifico è soltanto lo strumento tecnico utilizzato per eseguire un accordo già perfezionato, non la donazione in sé.
Si parla invece di donazione indiretta quando l’aiuto economico è finalizzato a un bene o a un’utilità specifica, senza un atto notarile formale. È in queste aree “intermedie” che possono verificarsi controlli fiscali, soprattutto quando l’entità della somma è rilevante o non coerente con il profilo reddituale dei soggetti coinvolti.

Quando il Fisco può intervenire

Il Fisco può effettuare approfondimenti quando:

  • le somme ricevute risultano ingiustificate,
  • i trasferimenti non sono coerenti con i redditi dichiarati,
  • emerge un flusso di denaro ripetuto e non spiegato,
  • vi sono indizi che possano far pensare a compensi o ricavi mascherati.

La tracciabilità dei movimenti bancari tutela il contribuente, ma allo stesso tempo permette all’Amministrazione di individuare eventuali anomalie. Per questo motivo, la trasparenza nelle causali e la coerenza dei flussi rappresentano le migliori forme di prevenzione.