Una leadership costruita sul successo dell’iPhone
Dal 2007, anno in cui Steve Jobs presentò il primo iPhone, Apple ha venduto oltre 3 miliardi di unità, conquistando una quota dell’80% dei profitti globali nel settore smartphone. Eppure, dietro numeri imponenti, si nasconde un interrogativo: l’azienda riuscirà a mantenere il suo ruolo di leader nell’era dell’intelligenza artificiale? Il rischio evocato dagli analisti è quello di un “momento BlackBerry” o “effetto Nokia”, quando marchi dominanti furono spazzati via da un cambio di paradigma tecnologico che non seppero intercettare.
Apple Intelligence e il rinvio su Siri
Nel 2023, il ceo Tim Cook presentò con forte risalto l’iniziativa Apple Intelligence, che in poche ore fece crescere la Borsa di circa 200 miliardi di dollari. Un anno dopo, l’entusiasmo sembra attenuato: il rinnovamento dell’assistente Siri è stato posticipato e l’azienda appare in una fase di stallo, sospesa tra attese crescenti e mancanza di risultati concreti. Con l’arrivo dell’iPhone 17 previsto per il 9 settembre, l’attenzione si concentra su Cupertino, ma il solo lancio di un nuovo modello non sembra sufficiente a rassicurare investitori e analisti sul futuro della strategia AI.
Brand potente ma sotto pressione
Il marchio Apple resta il più prezioso al mondo, con una valutazione stimata di 574,5 miliardi di dollari. La forza dell’azienda si fonda soprattutto sul suo ecosistema integrato, che unisce hardware, software e servizi in modo unico. Tuttavia, il potere del brand potrebbe non bastare se l’azienda non riuscirà a proporre innovazioni sostanziali in ambito intelligenza artificiale. Alcuni analisti sottolineano che la scelta di non accelerare potrebbe essere coerente con la filosofia del gruppo, orientata a prodotti di qualità elevata e sviluppi calibrati, ma la concorrenza in questo campo non concede pause.
Wall Street e la concorrenza agguerrita
Il 2024 ha rappresentato un passaggio emblematico: Apple è stata l’unica tra le big tech a registrare un calo a Wall Street, perdendo il titolo di società con la più alta capitalizzazione a favore di Nvidia, che oggi la distanzia di circa 1.000 miliardi di dollari. Secondo molti analisti, il gruppo soffre di una cultura interna meno innovativa rispetto al passato e di una fuga di competenze legate all’intelligenza artificiale verso concorrenti come Google e OpenAI. Per diversi esperti, Tim Cook dovrà imprimere un cambio di passo deciso, anche attraverso acquisizioni di dimensioni più rilevanti rispetto a quelle già effettuate, per rafforzare la posizione di Cupertino sul mercato globale.
Le possibili mosse future
La liquidità a disposizione del colosso californiano è enorme, e l’azienda non esclude acquisizioni più rilevanti rispetto a quelle storicamente compiute, come quella di Beats Electronics da 3 miliardi di dollari. Tra i nomi citati dagli analisti spicca Perplexity, motore di ricerca basato su AI con una valutazione stimata oltre i 30 miliardi, che potrebbe diventare la base per un’evoluzione profonda di Siri. Con una strategia di questo tipo, Apple potrebbe riconquistare un ruolo centrale nella corsa all’intelligenza artificiale, trasformando un rischio in opportunità.