Aziende italiane tra energia, dollaro e materie prime

Matteo Romano

Le variabili globali che condizionano le imprese

Nei prossimi mesi le aziende italiane dovranno affrontare un contesto segnato da instabilità geopolitica, tensioni commerciali e mutamenti valutari. Fattori come l’andamento del dollaro, i dazi doganali e il prezzo delle materie prime influenzeranno la redditività e la capacità di pianificazione. Parallelamente, l’Europa è chiamata a rafforzare la propria autonomia energetica e industriale, mentre crescono gli investimenti nella cybersicurezza e nella difesa, settori destinati a espandersi grazie all’aumento della spesa pubblica.

Oro e rame al centro delle pressioni sui costi

L’oro ha toccato nuovi massimi, spinto dalla domanda delle banche centrali e dagli investitori privati che lo considerano il bene rifugio per eccellenza. Le quotazioni oltre i 3.800 dollari l’oncia rappresentano una sfida per le imprese che utilizzano il metallo prezioso come riserva di valore, ma anche un segnale di crescente incertezza globale.

Il rame, invece, resta cruciale per la transizione energetica e lo sviluppo di tecnologie legate a intelligenza artificiale e Big Data. La domanda in forte crescita e i rischi di interruzioni nelle forniture creano pressioni sui prezzi, con effetti diretti sui margini operativi delle imprese italiane, costrette a fronteggiare costi più elevati e difficoltà di approvvigionamento.

I dazi e i nuovi equilibri commerciali

Le tariffe doganali, in particolare quelle applicate ai prodotti a base di rame lavorato, incidono pesantemente sulle catene di fornitura. Un dazio del 50% su tubi, fili e componenti elettrici può aumentare i costi per le aziende che dipendono da tali materiali. Queste misure riducono inoltre il vantaggio competitivo degli Stati Uniti e generano turbolenze nei flussi commerciali internazionali.

Allo stesso tempo, per le small e mid cap italiane la situazione potrebbe aprire spiragli di crescita: storicamente meno considerate dagli investitori internazionali, oggi potrebbero beneficiare di un rinnovato interesse grazie a un mercato in fase di ristrutturazione.

Energia e sostenibilità come doppia sfida

Le imprese energetiche sono chiamate a gestire la transizione verso modelli più sostenibili. Aziende come Iren puntano su rinnovabili, efficienza energetica ed economia circolare, mentre la domanda globale di energia è trainata dall’espansione di cloud computing e data center.

Italgas, dal canto suo, sta investendo nella digitalizzazione delle infrastrutture e nella riduzione delle emissioni, con un focus sulla trasformazione delle reti tradizionali di gas. Questi processi richiedono capitali consistenti, ma l’attuale contesto di tassi d’interesse relativamente favorevoli facilita la realizzazione dei piani di lungo periodo.

Difesa, cybersicurezza e industria strategica

Il settore della difesa e della cybersicurezza si sta rafforzando in Europa, sostenuto dall’aumento delle spese militari e dalla necessità di maggiore indipendenza strategica dagli Stati Uniti. Per l’Italia, ciò significa opportunità di crescita per aziende del comparto, capaci di intercettare nuove commesse in un quadro internazionale caratterizzato da rischi geopolitici.

Società come StMicroelectronics (Stm) sono avvantaggiate dai megatrend legati a mobilità elettrica, Industria 4.0 e digitalizzazione, pur dovendo fronteggiare la concorrenza agguerrita di colossi come TSMC, Amd e Intel. Fincantieri, invece, beneficia del rafforzamento della domanda in campo navale, ma deve confrontarsi con la crescita di player internazionali come la tedesca Rheinmetall, recentemente entrata nella cantieristica.