Poste Italiane amplia la quota in Tim senza Opa

Giulia Conti

Nuovo incremento della partecipazione nel gruppo tlc

Poste Italiane ha rafforzato ulteriormente la propria presenza nel capitale di Tim, passando dal 24,81% al 27,32% delle azioni ordinarie. L’operazione è avvenuta attraverso l’acquisto del 2,51% detenuto dai francesi di Vivendi, pari a 384 milioni di azioni ordinarie. L’investimento, dal valore di circa 187 milioni di euro, è stato interamente finanziato tramite disponibilità di cassa.

Il nuovo assetto azionario porta il gruppo guidato da Matteo Del Fante a detenere una partecipazione che equivale al 19,61% del capitale sociale complessivo di Tim, evidenziando una strategia di lungo termine nel settore delle telecomunicazioni.

Superata la soglia rilevante ma senza obbligo di offerta

L’acquisto della quota eccedente ha formalmente fatto superare a Poste Italiane una delle soglie individuate dalla normativa sulle offerte pubbliche di acquisto. Tuttavia, il gruppo intende beneficiare dell’esenzione prevista dall’articolo 106 del Regolamento Consob, evitando così il lancio di un’Opa obbligatoria.

Per mantenere la conformità regolamentare, Poste Italiane ha dichiarato di voler cedere entro 12 mesi le azioni eccedenti a soggetti non correlati e di sospendere l’esercizio dei diritti di voto per la parte di partecipazione oltre la soglia rilevante. L’operazione è stata quindi strutturata per non alterare gli equilibri di controllo all’interno della società di telecomunicazioni.

Un investimento con finalità industriali

L’aumento della partecipazione conferma la volontà del gruppo postale di assumere il ruolo di investitore stabile e orientato alla crescita industriale di Tim. L’operazione viene interpretata come un passo volto a consolidare la collaborazione tra due realtà che operano in settori complementari, con possibili sinergie legate alle infrastrutture digitali, ai servizi di connettività e ai modelli operativi a supporto della trasformazione tecnologica del Paese.

Il rafforzamento della presenza in Tim rappresenta anche un segnale di fiducia nelle prospettive della società di telecomunicazioni, impegnata in un processo di riorganizzazione e modernizzazione delle proprie attività.

Il ruolo di Vivendi nella riduzione della partecipazione

L’alienazione del 2,51% da parte di Vivendi riduce ulteriormente il peso del gruppo francese nel capitale di Tim, dopo anni in cui era stato uno degli azionisti principali. La cessione permette a Poste Italiane di consolidare una posizione di rilievo in un momento in cui il settore sta affrontando sfide legate alla concorrenza, alla digitalizzazione e agli investimenti infrastrutturali.

Per Vivendi, l’operazione si inserisce in una più ampia strategia di ridimensionamento della propria presenza nel mercato italiano delle telecomunicazioni, mentre per Poste rappresenta un’opportunità per accrescere l’influenza come azionista industriale.

Una strategia coerente con gli obiettivi del gruppo

L’aumento della partecipazione in Tim rispecchia la linea strategica adottata da Poste Italiane negli ultimi anni: rafforzamento delle attività legate alle infrastrutture digitali, sviluppo di servizi a valore aggiunto e consolidamento del ruolo di partner istituzionale in settori fondamentali per la competitività nazionale.

L’investimento viene presentato come funzionale alla creazione di valore per l’intero sistema degli stakeholder, con un orientamento alla stabilità e alla continuità nel lungo periodo, elementi ritenuti centrali in un contesto di profonda trasformazione tecnologica.