Un settore strategico da 240mila iscritti
Con circa 240.000 iscritti, gli ingegneri rappresentano una delle categorie più ampie e diversificate in Italia. Dalle costruzioni all’informatica, dall’energia alla biomedicina, il loro contributo è fondamentale in molti comparti dell’economia. Il nuovo disegno di legge approvato dal Consiglio dei ministri punta a ridefinire i confini delle competenze, ridurre le sovrapposizioni con altre professioni tecniche e introdurre maggiore chiarezza normativa.
Riconoscimento delle specializzazioni interne
Il provvedimento introduce una classificazione più precisa delle diverse aree dell’ingegneria, elencando in maniera formale settori come civile, ambientale, industriale, biomedica, gestionale, informatica ed energetica. Questo riconoscimento valorizza professionalità già consolidate e diventa cruciale per affrontare le sfide della transizione digitale ed ecologica, settori in cui gli ingegneri avranno un ruolo determinante.
Confini più chiari con altre professioni
Uno dei punti centrali della riforma riguarda la delimitazione delle competenze professionali. Negli ultimi decenni, la mancanza di regole chiare ha creato conflitti e sovrapposizioni tra ingegneri, architetti, geometri e periti, con conseguenze dirette su tempi e costi dei progetti. La nuova normativa non introduce ulteriori riserve di legge, ma definisce con maggiore precisione i confini delle attività per evitare duplicazioni e rendere più fluido il rapporto tra le varie professioni tecniche.
Semplificazione e sburocratizzazione
Il disegno di legge inserisce anche misure di semplificazione amministrativa. Gli studi di ingegneria e le società tra professionisti potranno beneficiare di procedure più snelle, in linea con l’obiettivo generale di ridurre i carichi burocratici. Questo dovrebbe agevolare soprattutto i gruppi che lavorano su commesse multidisciplinari, sempre più frequenti in un contesto internazionale competitivo e caratterizzato da progetti complessi.
Un riordino per rafforzare il ruolo degli ingegneri
La riforma non rappresenta una rivoluzione, ma un riordino organico che restituisce certezza normativa e stabilità a una professione strategica per lo sviluppo del Paese. La chiarezza delle specializzazioni, la riduzione dei conflitti con altre categorie e la semplificazione delle procedure puntano a consolidare il ruolo degli ingegneri nella crescita economica e nell’innovazione tecnologica dell’Italia.