Un sistema strategico per la logistica italiana
A vent’anni dall’avvio del programma dedicato alle Autostrade del Mare, il bilancio tracciato dal Rapporto Censis evidenzia un settore ormai pienamente integrato nella logistica nazionale ed europea. Nato con la legge 488 del 1999, il modello punta a favorire l’intermodalità marittima e ridurre la pressione sul trasporto stradale.
Oggi la rete conta 52.007 chilometri di tratte, 18 porti italiani come punti di origine e 23 destinazioni finali, otto delle quali situate all’estero tra Spagna, Malta, Grecia e Croazia. Si tratta di numeri che testimoniano un’espansione significativa, sostenuta da investimenti pubblici e privati e dalla crescente domanda di collegamenti efficienti all’interno del Bacino del Mediterraneo.
L’Italia nella Blue Economy e il ruolo del trasporto marittimo
Il trasporto via mare continua a rappresentare una componente essenziale dell’economia italiana. Nel 2024 oltre il 50% delle merci importate e circa il 40% delle esportazioni hanno viaggiato sulle rotte marittime.
L’Italia detiene inoltre una posizione di primo piano nel comparto Ro-Ro (trasporto con navi roll-on/roll-off), grazie a una crescita delle esportazioni del 77,8% tra il 2006 e il 2024, con un incremento del 126,7% nel solo periodo 2013-2024.
La sostituzione progressiva della strada con il mare ha prodotto benefici concreti: sono stati evitati 27 miliardi di chilometri altrimenti percorsi su rete stradale e, ogni anno, l’utilizzo del sistema marittimo consente di togliere dalla circolazione circa 2,2 milioni di mezzi pesanti, equivalenti a 58 milioni di tonnellate di merci movimentate. In termini ambientali, vengono ridotte 2,4 milioni di tonnellate di CO₂ grazie all’intermodalità.
Un’offerta che raddoppia in vent’anni
L’evoluzione delle Autostrade del Mare è strettamente legata all’impegno delle imprese armatoriali italiane. Dal 2004 al 2024 i collegamenti settimanali sono aumentati da 202 a 291, con un incremento del 163% per le tratte internazionali.
La flotta impegnata nelle AdM è cresciuta del 111% nello stesso arco temporale. Anche la capacità complessiva ha registrato un forte ampliamento: i metri lineari disponibili per il trasporto di mezzi pesanti sono passati da 1.174.000 a 2.565.000 a settimana.
Tra i porti più attivi spiccano:
- Livorno, con 359.000 metri lineari a settimana
- Genova, con 315.000
- Catania, con 224.000
Il ruolo del Mezzogiorno resta centrale: Sicilia, Campania e Puglia da sole coprono oltre la metà dell’intera offerta.
Normativa, innovazione e investimenti per potenziare la rete
Il consolidamento delle Autostrade del Mare è frutto di una combinazione tra iniziative regolamentari e investimenti mirati. A livello europeo, la decisione 884/2004/CE ha definito l’obiettivo di migliorare i collegamenti tra porti strategici, mentre il regolamento 1315/2013 ha inserito le AdM nella rete TEN-T dedicata ai corridoi di trasporto transeuropei.
Sul fronte finanziario, il PNRR destina 1,4 miliardi di euro al rafforzamento delle infrastrutture portuali e 500 milioni al rinnovo della flotta. Parallelamente, le imprese hanno introdotto tecnologie avanzate come motori ibridi ed elettrici, sistemi di lubrificazione ad aria, droni per ispezioni e strumenti basati su big data per ottimizzare la gestione operativa. Sono inoltre in sperimentazione soluzioni per la cattura della CO₂, in linea con gli obiettivi europei di sostenibilità.
Un settore tra nuove complessità e esigenze professionali
Oltre ai risultati conseguiti, l’analisi del Censis mette in luce anche le sfide che il comparto deve affrontare. Le instabilità internazionali potrebbero influenzare gli scambi commerciali, mentre l’estensione al trasporto marittimo del meccanismo di contenimento delle emissioni, introdotto nel 2024, comporta un aumento dei costi operativi.
Un ulteriore elemento strategico riguarda la formazione: la transizione digitale ed ecologica richiede nuove professionalità in grado di operare in un contesto marittimo altamente tecnologico, regolato da standard ambientali rigorosi e basato su sistemi informativi complessi.
Le priorità per i prossimi vent’anni secondo gli armatori
Gli operatori del settore individuano una serie di obiettivi necessari per sostenere la crescita delle Autostrade del Mare nel lungo periodo:
- rafforzare la competitività delle flotte italiane
- modernizzare la rete portuale e le procedure operative
- migliorare l’integrazione modale, favorendo il passaggio efficiente tra mare, ferrovia e strada
- investire nelle tecnologie digitali e nell’interoperabilità dei sistemi
- incrementare la sostenibilità delle infrastrutture, con interventi come l’elettrificazione delle banchine e il cold ironing
L’insieme di queste azioni mira a consolidare la posizione dell’Italia nel Mediterraneo, garantendo un sistema logistico moderno e competitivo, capace di rispondere alle esigenze della mobilità delle merci nel contesto globale.
