Dazi UE: misure urgenti per sostenere industria e export

Francesca Vitali

Accordo sui dazi e necessità di interventi settoriali

Dopo l’intesa raggiunta sul limite massimo del 15% per i dazi, già definito con Giappone e Canada, l’Unione Europea deve ora affrontare le questioni specifiche per settori chiave come agricoltura, farmaceutico e manifattura. L’adozione di accordi di libero scambio mirati rappresenta un’opportunità per garantire accesso competitivo ai mercati globali. Tuttavia, l’attenzione si sposta oltre la questione doganale: la vera sfida è mantenere la competitività industriale e ridurre i costi di produzione che gravano sulle imprese europee e italiane.

Bilanciare politiche ambientali e sviluppo produttivo

Un punto centrale riguarda la coerenza tra politiche ambientali e strategie industriali. L’Europa contribuisce soltanto al 7% delle emissioni globali di CO₂, mentre l’Italia pesa per appena l’1%, contro il 55% di Stati Uniti, Cina e India. Questa sproporzione richiede un approccio globale alla riduzione delle emissioni senza compromettere la competitività. L’obiettivo è sviluppare soluzioni che integrino tutela ambientale e sostegno al sistema produttivo, evitando misure che penalizzino ulteriormente i settori industriali europei.

Riforma energetica e riduzione dei costi

La questione energetica rappresenta un nodo cruciale per le imprese. Serve una revisione del mercato del gas, superando il legame con la borsa di Amsterdam, esposta a dinamiche speculative. È inoltre indispensabile separare il prezzo del gas da quello dell’energia elettrica. In ambito interno, il costo dell’energia deve riflettere quello reale di generazione, eliminando distorsioni legate a servizi e oneri di sistema che incidono per circa il 49% sulle bollette. Un simile intervento consentirebbe di ridurre significativamente i costi di produzione e sostenere la competitività delle aziende.

Semplificazione normativa e potenziamento dell’export

Le imprese chiedono un alleggerimento burocratico, un accesso agevolato al credito e un regime fiscale omogeneo a livello europeo. Parallelamente, politiche per l’export diventano fondamentali per aprire nuovi mercati e consolidare quelli esistenti. Il piano della Farnesina, volto alla firma dell’accordo con il Mercosur e alla promozione di iniziative internazionali, rappresenta un passo decisivo. Il coinvolgimento delle confederazioni d’impresa in una strategia organica per l’internazionalizzazione è indispensabile per sostenere le aziende italiane sui mercati globali.

QE mirato per settori strategici

Una proposta significativa riguarda l’introduzione di un Quantitative Easing europeo mirato, gestito dalla BCE, con acquisti di titoli legati a comparti strategici come industria, sanità, sicurezza e infrastrutture. Tale misura favorirebbe investimenti pubblici e privati, stimolando la domanda interna e rafforzando il sistema produttivo. L’iniziativa avrebbe anche effetti positivi sul fronte valutario, contrastando la svalutazione del dollaro e di altre monete, con ricadute favorevoli su commercio e stabilità economica.