Evasione fiscale, recuperato solo il 17,7% degli importi

Sofia Esposito

I numeri della Corte dei Conti

Secondo l’ultima analisi della Corte dei Conti, il sistema di recupero dell’evasione fiscale in Italia continua a mostrare risultati molto modesti. A fronte di 72,3 miliardi di euro di imposte evase accertate nel 2024, lo Stato è riuscito a incassarne soltanto 12,8 miliardi, pari al 17,7%. Ancora più critico il dato sulle cartelle esattoriali: su 40,7 miliardi di debiti fiscali iscritti a ruolo, le somme effettivamente riscosse ammontano a soli 1,3 miliardi, cioè appena il 3,1%. Secondo la magistratura contabile, il fenomeno è alimentato dalla convinzione diffusa che, nel tempo, possano intervenire nuove rottamazioni o che i controlli non arrivino a compimento.

Controlli fiscali: un quadro insufficiente

Il rapporto evidenzia come, tra i circa 9 milioni di contribuenti con attività imprenditoriali, professionali o autonome, solo 129mila siano stati oggetto di ispezione nel corso del 2024. In termini percentuali, significa che solo l’1,4% è stato sottoposto a verifiche, pari a circa un contribuente ogni 71. Con questo ritmo, occorrerebbero oltre 70 anni per controllare l’intera platea, senza considerare altri strumenti di accertamento. La probabilità di subire un’ispezione resta dunque estremamente ridotta, rendendo meno incisiva l’azione di contrasto all’evasione.

I settori meno monitorati

La frequenza dei controlli varia notevolmente a seconda dei comparti. Nel 2024 solo lo 0,3% delle imprese agricole è stato verificato, contro lo 0,6% nei servizi e lo 0,5% tra le famiglie che impiegano lavoratori domestici. Percentuali più alte, ma comunque limitate, riguardano l’industria manifatturiera (2,3%), le attività finanziarie e assicurative (2,5%) e la gestione di acqua e rifiuti (2,9%). Restano prossime all’1,5% le verifiche in comparti come sanità, assistenza sociale, ristorazione e turismo. Nel settore delle costruzioni e del commercio la quota sale all’1,7%, un dato ancora lontano da livelli efficaci di controllo.

Piccole imprese e indici sintetici

Particolare attenzione è stata riservata alle attività soggette agli indici sintetici di affidabilità, che comprendono in larga parte piccole e medie imprese. L’analisi su dieci comparti a maggiore concentrazione mostra una frequenza di controlli ancora più contenuta: nelle costruzioni o nel commercio intermedio viene verificato un contribuente ogni 20, mentre in ambiti come studi medici, laboratori di analisi, agenzie immobiliari e installatori di impianti la media scende a uno ogni 50. La scarsa incidenza dei controlli va collegata anche alle varie forme di definizione agevolata introdotte negli ultimi anni.

Le indagini finanziarie in crescita

Il bilancio della Corte dei Conti include anche i dati sulle indagini finanziarie, che riguardano l’analisi di conti correnti e investimenti. Nel 2024 le autorizzazioni sono state 4.558, in aumento rispetto alle 3.540 del 2023. Queste attività hanno consentito di accertare imposte per 248 milioni di euro, rispetto ai 176 milioni dell’anno precedente. Tuttavia, l’incremento degli importi accertati non si è tradotto in maggiori entrate: gli incassi sono passati da 13,2 milioni del 2023 a soli 5,1 milioni nel 2024, con un calo pari al 61,4%. Un dato che sottolinea le difficoltà strutturali nel trasformare l’attività di accertamento in gettito effettivo per lo Stato.