Crescita moderata per l’economia italiana
L’Ocse ha aggiornato le proprie stime sull’economia italiana, confermando una traiettoria di crescita contenuta. Per il 2025 è previsto un incremento del Pil dello 0,6%, ritmo che dovrebbe mantenersi anche nel 2026. Le nuove previsioni risultano leggermente inferiori rispetto alle stime di giugno, che indicavano un aumento dello 0,7%. Parallelamente, vengono riviste al ribasso le attese sull’inflazione: l’Italia dovrebbe registrare un tasso dell’1,9% nel 2025 e dell’1,8% nel 2026, in linea con il raffreddamento dei prezzi osservato nel resto d’Europa.
Scenario internazionale sotto pressione
Il contesto globale rimane fragile. Gli Stati Uniti hanno innalzato i dazi medi bilaterali fino al 19,5%, il livello più alto dal 1933, innescando nuove tensioni commerciali. Queste misure si riflettono in un rallentamento dei consumi, un peggioramento del mercato del lavoro e un aumento dell’incertezza sui prezzi internazionali. L’Ocse sottolinea come la disinflazione sia ormai consolidata, ma segnala il rischio di nuove pressioni derivanti dall’aumento dei costi alimentari, con potenziali ricadute sul potere d’acquisto delle famiglie.
Posizione di bilancio più resiliente
Per quanto riguarda l’Italia, l’organizzazione evidenzia che la posizione di bilancio appare oggi più solida rispetto al passato. Tuttavia, resta centrale il nodo del debito pubblico, ancora su livelli molto elevati. Secondo le analisi, la riduzione del debito è cruciale per liberare risorse attualmente destinate agli interessi e per diminuire la vulnerabilità del Paese agli shock esterni. L’Ocse raccomanda di mantenere una linea di prudenza fiscale e di proseguire sul fronte delle riforme strutturali.
Le priorità indicate dall’Ocse
Tra le misure suggerite figurano la semplificazione burocratica, un incremento della concorrenza nei mercati e maggiori investimenti nelle competenze e nella formazione. Questi interventi sono considerati fondamentali per migliorare la produttività e rafforzare il potenziale di crescita nel lungo periodo. L’Italia, pur mostrando segnali di stabilità, resta esposta a variabili internazionali che potrebbero compromettere i progressi ottenuti.
Le previsioni globali e il ruolo dell’intelligenza artificiale
A livello mondiale, l’Ocse stima una crescita del 3,2% nel 2025, sostenuta soprattutto dalle economie emergenti e dagli investimenti negli Stati Uniti nel settore dell’intelligenza artificiale. Tuttavia, l’organizzazione invita alla cautela: la diffusione delle nuove tecnologie potrebbe generare profonde ristrutturazioni nei mercati del lavoro e nell’organizzazione delle imprese. Allo stesso tempo, eventuali correzioni dei mercati finanziari rappresentano un rischio qualora i ritorni sugli investimenti non fossero in linea con le aspettative.