Oro in rialzo dopo lo stop ai dazi e focus sull’inflazione

Francesca Vitali

Mercati sollevati dalla decisione di Washington

Dopo giorni di incertezza, l’oro torna a respirare sui mercati internazionali. La conferma da parte della Casa Bianca che non verranno applicati dazi sui lingotti provenienti dalla Svizzera ha interrotto un periodo di forte volatilità, permettendo al metallo prezioso di recuperare parte delle perdite registrate. Dopo le turbolenze del fine settimana, che avevano fatto scendere le quotazioni dell’oro sotto i 3.350 dollari l’oncia in seguito a un massimo storico, i mercati hanno reagito favorevolmente all’eliminazione di un’ipotesi capace di alterare profondamente i flussi internazionali del comparto.

Effetti immediati sul mercato dei metalli preziosi

L’ipotesi di un dazio sulle importazioni statunitensi di lingotti standard da un chilo e 100 once aveva provocato una brusca frenata nelle spedizioni dalla Svizzera, hub fondamentale per la raffinazione e il commercio internazionale dell’oro. Il timore era che un incremento dei costi potesse alterare in modo significativo la catena di approvvigionamento, spingendo alcuni operatori a valutare Londra come alternativa per le operazioni di consegna legate ai contratti future. Un simile spostamento avrebbe messo in discussione il primato di New York come piazza di riferimento per la regolazione dei contratti sul Comex.

Il ruolo della Svizzera e le implicazioni globali

La Svizzera ricopre una posizione centrale nel commercio mondiale dell’oro, gestendo una quota rilevante della raffinazione e della distribuzione internazionale. L’introduzione di dazi da parte degli Stati Uniti avrebbe potuto incidere pesantemente sui costi di transazione, con ripercussioni dirette sulla liquidità e sulla competitività del mercato americano. In assenza di tariffe aggiuntive, il settore può continuare a beneficiare di un flusso regolare verso i magazzini statunitensi, elemento essenziale per garantire la stabilità e la trasparenza nelle operazioni di copertura sui mercati finanziari.

L’attenzione si sposta sull’inflazione americana

Con la questione dei dazi ormai superata, l’attenzione degli operatori si sposta sui principali indicatori macroeconomici, in primis sull’evoluzione dell’inflazione USA. Le previsioni per l’indice dei prezzi al consumo di luglio segnalano un aumento del 2,8% su base annua e dello 0,2% rispetto al mese di giugno.. Questi numeri saranno determinanti per le prossime decisioni della Federal Reserve, chiamata a valutare un eventuale taglio dei tassi di interesse. Una politica monetaria più accomodante potrebbe sostenere ulteriormente le quotazioni dell’oro, da sempre considerato un bene rifugio in contesti di incertezza economica.

Quotazioni in lieve rialzo in avvio di seduta

In avvio di seduta, il prezzo spot dell’oro ha raggiunto 3.352,32 dollari l’oncia, registrando un incremento dello 0,30% rispetto al valore di chiusura della giornata precedente. Questo movimento segue una perdita dell’1,7% registrata nella giornata precedente, quando il mercato aveva reagito in modo volatile alle notizie sull’assenza di dazi. Gli investitori restano comunque cauti, in attesa di conferme dai dati sull’inflazione e dalle prossime mosse della Fed, fattori che potrebbero orientare il trend delle quotazioni nelle settimane a venire.