Ue e Usa, nuovo capitolo nella disputa sui dazi

Sofia Esposito

Dialogo in corso tra Bruxelles e Washington

I negoziati tra Unione europea e Stati Uniti sul tema dei dazi restano serrati. La Commissione europea ha trasmesso a Washington una nuova bozza di dichiarazione congiunta, con l’obiettivo di trovare un’intesa sulle categorie di prodotti che potrebbero essere esentate dalle misure tariffarie. Al centro delle trattative vi sono beni come i farmaci e il vino, su cui Bruxelles punta a ottenere condizioni più favorevoli. Gli scambi diplomatici coinvolgono direttamente i vertici europei e rappresentanti politici statunitensi, segnale della delicatezza della partita in corso.

L’estensione delle tariffe americane

Mentre le trattative proseguono, gli Stati Uniti hanno annunciato un ampliamento della lista dei beni soggetti a dazio. Il Dipartimento del Commercio ha incluso 407 nuove categorie di prodotti che contengono acciaio e alluminio, portando sotto tariffa articoli di uso quotidiano come seggiolini per bambini e utensili da cucina, oltre a macchinari e attrezzature industriali. Questi beni saranno soggetti al dazio del 50%, introdotto a inizio 2025 dall’amministrazione Trump su entrambi i metalli. La misura allarga dunque in modo significativo la portata della politica protezionistica americana.

Impatto sull’accordo-quadro di luglio

Questa decisione si innesta sullo sfondo dell’intesa raggiunta tra Bruxelles e Washington lo scorso luglio. L’accordo-quadro prevedeva che la maggior parte delle esportazioni europee verso gli Usa fosse soggetta a dazi non superiori al 15%, escludendo però l’acciaio e l’alluminio dalla disciplina. L’estensione appena annunciata rischia quindi di complicare il percorso già tracciato. Parallelamente, le due sponde dell’Atlantico avevano concordato di collaborare nella gestione della sovrapproduzione globale, con un chiaro riferimento alla Cina, e di studiare un graduale passaggio da un regime tariffario a un sistema di quote.

Un equilibrio ancora fragile

La mossa americana potrebbe generare nuove tensioni commerciali e rallentare la definizione di un compromesso stabile. Da una parte, l’Unione europea cerca garanzie per settori strategici e di forte tradizione, dall’altra Washington mantiene un approccio rigido per difendere la propria produzione interna. Resta da capire se i prossimi round negoziali riusciranno a evitare un’escalation e a porre le basi per una gestione condivisa delle dinamiche di mercato legate ai metalli strategici.