Dazi e timori occupazionali pesano sul morale delle famiglie
La fiducia dei consumatori americani è scesa bruscamente a giugno, influenzata dall’incertezza economica e dai crescenti timori legati al mercato del lavoro e alle politiche tariffarie del presidente Donald Trump. L’indice del Conference Board è sceso a 93,0 punti, ben al di sotto delle previsioni (100,0) e ha cancellato quasi metà del recupero registrato a maggio.
Il calo è stato diffuso in tutte le fasce di età, reddito e orientamento politico. In particolare, gli elettori repubblicani hanno registrato il maggiore calo di fiducia, segnale di preoccupazioni trasversali sul futuro dell’economia e sulla crescita dei redditi.
Prospettive occupazionali in deterioramento
La percentuale di intervistati che ritiene che i posti di lavoro siano “abbondanti” è scesa al 29,2%, il livello più basso dal 2021. Al contrario, il 18,1% ha dichiarato che “è difficile trovare lavoro”. Il differenziale occupazionale — indicatore anticipatore della disoccupazione — è sceso a 11,1, il dato più debole da giugno 2020.
Con l’aumento delle richieste di sussidi e la frenata della creazione di posti, gli economisti prevedono che il tasso di disoccupazione possa salire al 4,3% a giugno. “La spesa dei consumatori è stata resiliente, ma è probabile che una parte della domanda sia stata anticipata per evitare rincari,” ha affermato Tim Quinlan di Wells Fargo. “Il rischio di un rallentamento nei prossimi mesi è concreto.”
La Fed resta prudente mentre l’inflazione attesa cala
Le aspettative di inflazione a breve termine sono scese al 6,0%, ma la quota di consumatori che prevede un aumento dei tassi d’interesse ha toccato i massimi da fine 2023. Intervenendo al Congresso, il presidente della Fed Jerome Powell ha confermato l’attuale orientamento prudente, pur lasciando aperta la porta a tagli dei tassi se le pressioni inflazionistiche dovute ai dazi si attenueranno.
I mercati hanno reagito positivamente: le azioni sono salite, il dollaro si è indebolito e i rendimenti obbligazionari sono scesi. S&P 500 e Nasdaq si sono avvicinati ai massimi storici, alimentati dalle attese di un allentamento monetario nei prossimi mesi.
Segnali di debolezza per case e consumi
La propensione all’acquisto di beni durevoli, abitazioni e viaggi interni è in calo. Pur restando stabili i piani per le vacanze estive, l’intenzione di acquistare immobili è diminuita, complice l’elevato livello dei tassi ipotecari.
Secondo l’ente federale FHFA, i prezzi delle case negli USA sono scesi dello 0,4% ad aprile, segnando il primo calo mensile dal 2022. Su base annua, la crescita si è rallentata al 3%, con stati come la Florida esposti a possibili correzioni dopo il boom pandemico.