Decisione imminente sul ricorso contro il golden power
Il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio annuncerà entro il 16 luglio la propria decisione in merito al ricorso presentato da Unicredit contro le condizioni imposte dal governo italiano per l’acquisizione di Banco BPM. La questione ruota attorno all’utilizzo del golden power, ovvero dei poteri speciali esercitati dall’esecutivo per tutelare gli interessi nazionali in operazioni strategiche.
Nel corso dell’udienza, i rappresentanti legali dello Stato, di Unicredit e di Banco BPM hanno esposto le proprie posizioni. I legali pubblici hanno ribadito che l’atto governativo si fonda su motivazioni solide, chiedendo anche l’eventuale coinvolgimento della Corte di giustizia dell’Unione Europea in caso di dubbi sull’interpretazione normativa.
Scontro aperto con Berlino sul caso Commerzbank
In parallelo al contenzioso in Italia, si è aperto un fronte diplomatico con la Germania. Il governo tedesco ha manifestato la propria contrarietà all’incremento della partecipazione di Unicredit in Commerzbank, salita al 20% mediante la conversione di strumenti derivati in titoli azionari.
Secondo quanto dichiarato da una portavoce del Ministero delle Finanze tedesco, Berlino considera il comportamento della banca italiana non concordato e poco trasparente. Il governo federale ha inoltre confermato l’intenzione di mantenere intatta la propria quota pubblica, pari al 12%, all’interno di Commerzbank, sottolineando la volontà di preservarne l’indipendenza strategica.
La posizione della Commissione Europea resta cauta
Dal fronte comunitario, la Commissione Europea ha comunicato di non aver ancora assunto una posizione ufficiale sull’intervento del governo italiano tramite il golden power. Nessuna procedura formale è stata avviata e al momento non risulta inviata alcuna comunicazione a Roma.
Le istituzioni europee stanno tuttora valutando se l’uso dei poteri speciali da parte dell’Italia rientri nei parametri previsti dal diritto comunitario, ma nessuna conclusione preliminare è stata ancora formulata.
Il nodo giuridico e la richiesta di chiarezza
L’avvocato di Unicredit, Fabio Cintioli, ha sollevato forti critiche in merito alla legittimità del provvedimento governativo, sostenendo che manchino elementi chiari di motivazione e che la discrezionalità politica abbia prevalso su criteri oggettivi. Per questo ha richiesto che il dispositivo della sentenza venga reso pubblico nei tempi più rapidi possibili.
Nel frattempo, i legali dello Stato si sono detti pronti a sostenere la piena conformità dell’intervento italiano con il quadro normativo europeo, escludendo ogni ipotesi di violazione dei principi di libera concorrenza.
Il governo italiano mantiene una linea di riservatezza
Sul fronte politico italiano, il Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha preferito non commentare la vicenda, limitandosi a dichiarare di non avere elementi utili a disposizione per esprimersi pubblicamente. Una linea di silenzio che conferma l’alto grado di sensibilità della questione in sede nazionale ed europea.