Euro in rialzo sul dollaro: il 2025 segna un cambio di rotta

Lagarde: l’euro riflette la forza dell’economia europea

La presidente della Banca Centrale Europea, Christine Lagarde, ha dichiarato che il tasso di cambio euro-dollaro viene considerato attentamente nelle proiezioni della BCE, in quanto rappresenta un indicatore rilevante delle condizioni di mercato. Pur evitando commenti diretti sul valore dell’euro, ha sottolineato che l’attuale rafforzamento della moneta unica riflette sia il deprezzamento del dollaro sia la solidità dell’economia europea. Il cambio è salito oltre quota 1,18 dollari per euro, un livello che non si vedeva da quasi quattro anni.

Il crollo del dollaro: cause e implicazioni

Nel primo semestre del 2025, il dollaro ha perso il 10% rispetto a un paniere di valute globali, il peggior calo dal 1973 e dal crollo del sistema di Bretton Woods. Le ragioni? Il peggioramento delle condizioni macroeconomiche statunitensi rispetto all’Europa, ma anche le politiche commerciali aggressive e poco prevedibili dell’amministrazione Trump, in particolare sul fronte dei dazi. Secondo Antonio Cesarano, Chief Global Strategist di Intermonte, la perdita di credibilità internazionale dell’attuale leadership USA ha giocato un ruolo decisivo.

Effetti collaterali: capitali in fuga e rivalutazione dell’euro

Un recente report della Banca dei Regolamenti Internazionali ha osservato un comportamento inusuale da parte degli investitori in risposta all’annuncio dei nuovi dazi americani: invece di rifugiarsi nel dollaro, come avviene tipicamente in fase di avversione al rischio, molti hanno coperto il rischio valutario spostando capitali verso euro, yen e franco svizzero. Lagarde ha confermato che la BCE sta monitorando attentamente i flussi di capitale e l’attrattività degli asset in euro, elemento chiave per comprendere i futuri movimenti valutari.

Uno scenario da monitorare: è cambiato qualcosa nel dollaro?

Secondo Lagarde, il 2025 potrebbe segnare un punto di svolta nella fiducia globale nel dollaro. “È chiaro che qualcosa si è rotto”, ha affermato. La trasformazione potrebbe non essere immediata, ma i segnali di rottura sono già visibili. Antonio Cesarano prevede un possibile rafforzamento dell’euro fino a 1,20–1,2175 dollari entro fine anno, in linea con quanto accadde nel 2017, durante il primo anno della presidenza Trump. Tuttavia, molto dipenderà dall’esito dei negoziati sui dazi e dalle decisioni future della Federal Reserve in materia di tassi d’interesse.

Conclusione

L’euro si rafforza, il dollaro perde terreno e gli investitori rivalutano i propri posizionamenti. Le parole di Lagarde e l’analisi dei mercati suggeriscono che il 2025 potrebbe essere un anno spartiacque per gli equilibri valutari globali. La BCE resta cauta, ma riconosce che le dinamiche attuali meritano attenzione: la stabilità monetaria passa anche dalla credibilità delle economie e dalla fiducia nei loro asset.