Come funziona la no tax area
Il sistema fiscale italiano prevede una fascia di reddito, definita no tax area, entro la quale l’imposta sul reddito delle persone fisiche (Irpef) viene azzerata dalle detrazioni. In questa zona rientrano contribuenti che, pur essendo tenuti a presentare la dichiarazione, non versano alcuna imposta. La regola rimarrà invariata anche nel 2026, garantendo continuità a un meccanismo che riguarda in particolare lavoratori con redditi bassi e pensionati.
Le soglie per dipendenti e pensionati
Per i lavoratori dipendenti e i pensionati, la soglia resta fissata a 8.500 euro annui. Sotto questo limite le detrazioni neutralizzano completamente l’imposta dovuta. Si tratta di un tetto che protegge le fasce più deboli del mercato del lavoro e i trattamenti pensionistici minimi, impedendo che vengano colpiti da ulteriori prelievi fiscali.
Lavoratori autonomi e limiti più restrittivi
Diversa la situazione per i lavoratori autonomi, che possono beneficiare della no tax area solo fino a 5.500 euro di reddito annuo. La minore entità delle detrazioni disponibili rende più basso il margine di esenzione. Al di sopra di questa cifra, anche gli autonomi devono quindi iniziare a versare l’Irpef, seppur con importi ridotti nelle prime fasce.
Il taglio del cuneo fiscale
Un ulteriore sostegno è rappresentato dal taglio del cuneo fiscale, misura introdotta per alleggerire la pressione tributaria sui redditi più bassi. Lo sconto è più incisivo per chi guadagna meno, ma si attenua progressivamente fino a 40.000 euro annui, soglia oltre la quale si esaurisce. Questo intervento ha contribuito a ridurre l’impatto del prelievo fiscale, soprattutto per i lavoratori dipendenti con salari contenuti.
Le ipotesi di riforma accantonate
Negli scorsi mesi si era discusso di un progetto di riforma volto ad ampliare la no tax area a 12.000 euro e rivedere le aliquote Irpef. Il piano prevedeva tre scaglioni: 23% fino a 28.000 euro, 33% fino a 60.000 euro e 43% oltre i 60.000 euro. Tuttavia, i costi stimati per lo Stato si sono rivelati troppo elevati, portando al congelamento della proposta.
Cosa cambia nel 2026
In assenza di nuove misure, lo scenario rimarrà invariato: dipendenti e pensionati fino a 8.500 euro e autonomi fino a 5.500 euro non verseranno Irpef. Tutti gli altri contribuenti continueranno a beneficiare delle detrazioni già previste, con un occhio alle possibili novità su altre voci fiscali. Le priorità del governo, infatti, si concentrano su interventi come la rimodulazione dell’Irpef per il ceto medio e la cosiddetta pace fiscale, rinviando eventuali modifiche alla no tax area a tempi successivi.