Popolare di Sondrio, nuova guida sotto Bper

Lorenzo Bianchi

L’assemblea e l’ingresso di Bper come azionista di controllo

La Popolare di Sondrio entra ufficialmente nell’orbita di Bper Banca, che con l’80,69% del capitale ha assunto il ruolo di azionista di riferimento a seguito del buon esito dell’offerta pubblica di scambio. L’assemblea dei soci ha approvato la nuova governance, dando il via a una fase di profondo rinnovamento per l’istituto valtellinese. L’operazione rappresenta una delle principali tappe del processo di consolidamento bancario in Italia.

Le nomine ai vertici della banca valtellinese

Il nuovo consiglio di amministrazione ha nominato Elvio Sonnino amministratore delegato, in sostituzione di Mario Alberto Pedranzini. Sonnino proviene da Bper, dove ha ricoperto l’incarico di vice direttore generale e direttore operativo. Alla presidenza è stato designato Andrea Casini, già manager di Unicredit, mentre Giuseppe Recchi assumerà il ruolo di vicepresidente. La decisione del board ha inoltre stabilito che non verranno istituiti né un comitato esecutivo né la figura di direttore generale, con l’obiettivo di semplificare la struttura di governance.

I nuovi consiglieri e la durata dei mandati

Il rinnovo del cda ha portato all’ingresso di figure con mandati differenziati. Gabriele Beni, Annamaria Massimetti, Silvia Stefini, Cristiano Cincotti e Simone Marcucci resteranno in carica fino alla prossima primavera. Il mandato di Andrea Casini, Elvio Sonnino, Severine Melissa Harmine Neervoort, Maria Chiara Malaguti e dell’ex presidente Pierluigi Molla si estenderà fino all’approvazione del bilancio 2026. Infine, Giuseppe Recchi, Alessandra Ruzzu, Elena Conforti, Roberto Giay e Stefano Vittorio Kuhn avranno incarichi triennali.

Le mosse parallele nel settore bancario

Il rafforzamento di Bper in Valtellina si inserisce in un contesto di forte dinamismo nel sistema bancario italiano. Contemporaneamente, MPS ha perfezionato l’acquisto del 62,3% di Mediobanca, raggiunto nella prima fase dell’offerta pubblica di scambio. Secondo le previsioni, la quota potrebbe salire oltre l’80%, con la prospettiva concreta di un delisting e di una successiva fusione per incorporazione. Tale scenario ridisegnerebbe in profondità l’assetto di Piazzetta Cuccia, mantenendo tuttavia il marchio storico come brand commerciale.

L’uscita di Fin.Priv. e le attese per Mediobanca

Parallelamente, Fin.Priv., finanziaria partecipata da grandi gruppi come Generali, Italmobiliare, Pirelli, Stellantis, Tim e Unipol, ha avviato il collocamento della sua quota in Mediobanca, pari all’1,76% del capitale (circa 14,3 milioni di azioni). Questa scelta segna la fine di una delle componenti storiche del patto di consultazione tra i soci, scioltosi la scorsa settimana. Intanto, il consiglio di amministrazione di Mediobanca è atteso per giovedì, quando dovrebbero arrivare le dimissioni del ceo Alberto Nagel, del presidente Renato Pagliaro e di altri membri del board, aprendo la strada a un rinnovamento radicale della governance.