Biciclette parcheggiate male: arriva la stretta sulle multe

Giulia Conti

Nuove regole per il parcheggio delle due ruote

Le biciclette, simbolo di mobilità sostenibile, tornano al centro dell’attenzione per una questione spesso sottovalutata: dove possono essere parcheggiate. Nonostante il loro ingombro ridotto rispetto alle automobili, non è consentito lasciarle in qualunque luogo pubblico, soprattutto se legate a lampioni, cancelli, segnali stradali o cestini dei rifiuti.
Il Consiglio di Stato ha recentemente confermato la legittimità delle sanzioni per chi lascia la bici in spazi non autorizzati, sostenendo le amministrazioni locali che intendono tutelare sicurezza, accessibilità e decoro urbano.

La decisione prende origine da un caso avvenuto a Cagliari, dove un regolamento comunale vieta di legare le biciclette a infrastrutture pubbliche non destinate allo scopo. Il ricorso presentato contro il provvedimento è stato respinto, stabilendo un precedente importante per tutte le città italiane.

Sanzioni e modalità di applicazione

Il regolamento del Comune di Cagliari, ora convalidato dal Consiglio di Stato, prevede multe comprese tra 75 e 800 euro, a seconda del luogo e della gravità della violazione. Le sanzioni più alte si applicano quando le biciclette ostacolano il passaggio pedonale, l’accesso a edifici pubblici o l’utilizzo di infrastrutture urbane.

Applicare le multe non è sempre semplice, poiché le bici non hanno targa identificativa. Tuttavia, le autorità possono intervenire attraverso la rimozione forzata del mezzo. In questi casi, il proprietario trova un avviso di sequestro amministrativo e deve recarsi presso il deposito comunale per il ritiro, previo pagamento della sanzione.
Se la bicicletta non viene reclamata entro un periodo prestabilito, l’amministrazione può procedere alla confisca o al riutilizzo del mezzo per scopi pubblici.

Città con regole differenti in tutta Italia

Il caso di Cagliari non è isolato. Diverse città italiane stanno adottando regolamenti analoghi per contrastare la sosta selvaggia delle biciclette.
A Firenze e Novara, ad esempio, sono già previste sanzioni simili, mentre a Milano il Comune ha stabilito che le bici possano essere parcheggiate solo in aree dedicate o a bordo strada, purché non intralcino il traffico o l’ingresso agli edifici.
Non esiste, tuttavia, una normativa nazionale uniforme. Ogni amministrazione comunale ha la facoltà di disciplinare l’uso delle infrastrutture pubbliche, purché nel rispetto del Codice della Strada e delle norme generali di sicurezza.

Questa frammentazione normativa crea spesso confusione tra i cittadini, che non sempre sono informati sulle differenze locali. Per questo motivo, gli esperti consigliano di verificare i regolamenti comunali prima di lasciare la propria bici in spazi pubblici.

Il ricorso della FIAB e le motivazioni del giudizio

A contestare la decisione del Comune di Cagliari era stata la Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta (FIAB), che riteneva il provvedimento discriminatorio. Secondo l’associazione, il regolamento violerebbe il principio di uguaglianza, poiché non impone divieti simili ai possessori di monopattini o segway.
Tuttavia, sia il Tribunale amministrativo regionale (TAR) della Sardegna che il Consiglio di Stato hanno respinto il ricorso.

I giudici hanno sottolineato che le biciclette, per struttura e modalità di utilizzo, non possono essere equiparate ad altri mezzi di micromobilità. L’obiettivo dei regolamenti comunali, infatti, non è penalizzare i ciclisti, ma garantire un uso corretto degli spazi pubblici e preservare il decoro urbano, evitando situazioni di disordine o ostacolo alla circolazione.

Il ruolo dei Comuni e la tutela del decoro urbano

Le amministrazioni locali rivendicano il diritto di intervenire per mantenere l’ordine cittadino e migliorare la vivibilità degli spazi urbani. Le biciclette abbandonate o legate in modo improprio possono infatti costituire intralcio ai pedoni, ostacolare persone con disabilità e peggiorare la qualità estetica dei centri storici.

Molti Comuni hanno avviato progetti per la realizzazione di nuove rastrelliere e parcheggi dedicati, con l’obiettivo di incentivare la mobilità sostenibile senza compromettere la sicurezza.
La stessa FIAB, pur avendo perso il ricorso, ha ribadito l’importanza di potenziare le infrastrutture per le due ruote, evidenziando che la mancanza di spazi adeguati resta una delle principali cause della sosta irregolare.

In prospettiva, il tema del parcheggio regolamentato delle biciclette si intreccia con quello della mobilità urbana integrata, in cui biciclette, monopattini e mezzi pubblici dovranno convivere secondo regole più chiare e uniformi.