Macron e la DS italiana tra politica e consensi in calo

Francesca Vitali

L’auto presidenziale costruita in Italia

La nuova Citroën DS 8 Présidentielle, vettura ufficiale di Emmanuel Macron, è stata interamente prodotta nello stabilimento Stellantis di Melfi, in Basilicata. Si tratta di un esemplare unico, presentato pubblicamente l’8 maggio 2025 durante le celebrazioni per l’armistizio del 1945. L’auto unisce design francese e manifattura italiana, con una livrea blu zaffiro, interni di lusso e dettagli artigianali che richiamano i colori della bandiera francese.

Una scelta simbolica che divide l’opinione pubblica

La decisione di utilizzare un’auto costruita in Italia, pur mantenendo il marchio francese, ha sollevato reazioni contrastanti. In un paese tradizionalmente orgoglioso della propria industria automobilistica, vedere la vettura del presidente uscire da una fabbrica italiana rappresenta un cambio significativo. L’episodio richiama l’epoca di Charles de Gaulle, quando la storica DS francese era simbolo di potenza nazionale, e apre un dibattito sulla percezione di sovranità industriale.

Consensi ai minimi per Macron e Bayrou

Parallelamente, Emmanuel Macron affronta un calo senza precedenti nella popolarità. Un sondaggio Ifop per il Journal du Dimanche rileva che il presidente francese gode solo del 19% di approvazione, mentre il primo ministro François Bayrou si ferma al 18%, segnando i livelli più bassi della Quinta Repubblica per una coppia di governo. Per confronto, anche nei momenti peggiori della sua presidenza, François Hollande aveva mantenuto una somma di consensi più alta grazie al sostegno del suo premier Manuel Valls.

Attivismo internazionale come strategia

Per recuperare terreno, Macron ha intensificato la sua agenda internazionale. Negli ultimi mesi ha promosso iniziative diplomatiche di rilievo, tra cui colloqui con Vladimir Putin e l’annuncio del riconoscimento dello Stato di Palestina. Queste mosse, pensate per rafforzare l’immagine della Francia sulla scena globale, puntano a riaffermare il ruolo del Paese come attore centrale nella geopolitica europea e mondiale.

Le difficoltà interne e il clima politico francese

Nonostante l’attivismo estero, la Francia deve fare i conti con un quadro politico frammentato e privo di una maggioranza stabile in parlamento. La mancanza di sostegno legislativo rallenta le riforme necessarie a rilanciare l’economia e alimenta il malcontento sociale. Espressioni come “governo balneare” e “autunno caldo”, mutuate dal lessico politico italiano, compaiono con crescente frequenza nel dibattito francese, a testimonianza di un periodo di instabilità che incide sull’operato dell’esecutivo.