Nuove regole per le prescrizioni mediche annuali

Giulia Conti

Validità estesa per le terapie dei pazienti cronici

Con l’approvazione definitiva del Ddl Semplificazioni, avvenuta il 26 novembre alla Camera dei Deputati, il sistema delle prescrizioni mediche cambia in modo significativo. Il provvedimento, pensato per ridurre gli adempimenti amministrativi e accelerare la digitalizzazione dei servizi sanitari, introduce un’estensione della durata di alcune ricette, con particolare attenzione ai pazienti affetti da patologie croniche.

Ricette più longeve per ridurre burocrazia e attese

Fino ad oggi molte prescrizioni avevano una validità limitata a 30 giorni, costringendo i pazienti a continui rinnovi presso il proprio medico curante. Con le nuove norme, una parte delle ricette potrà essere valida per 12 mesi, evitando frequenti visite solo per ottenere il rinnovo della terapia.
La misura ha l’obiettivo di alleggerire il carico di lavoro dei medici di base e, allo stesso tempo, facilitare la vita dei cittadini che seguono trattamenti continuativi. Sarà il medico a definire per l’intero anno il farmaco, il dosaggio, la quantità complessiva e le modalità di assunzione, indicandoli direttamente nella prescrizione digitale.

Patologie che consentono l’uso della ricetta annuale

L’estensione della validità è riservata a una serie definita di malattie croniche, per le quali è necessario garantire una continuità terapeutica senza interruzioni. Tra queste rientrano condizioni ampiamente diffuse e clinicamente rilevanti, come:

  • Ipertensione arteriosa
  • Diabete mellito di tipo 1 e di tipo 2
  • Cardiopatie croniche e insufficienza cardiaca
  • Broncopneumopatie croniche ostruttive
  • Asma persistente
  • Dislipidemie
  • Patologie tiroidee
  • Artrite reumatoide
  • Lupus eritematoso sistemico
  • Epilessie
  • Disturbi psichiatrici cronici
  • Morbo di Parkinson
  • Demenze nelle fasi iniziali e intermedie
  • Osteoporosi severa
  • Insufficienze renali croniche
  • Epatopatie croniche
  • Patologie che richiedono terapie anticoagulanti o antiaggreganti

Per questi pazienti, spesso costretti a gestire terapie quotidiane e complesse, l’introduzione della ricetta annuale rappresenta un vantaggio concreto e immediato.

Un nuovo ruolo operativo per il farmacista

Il provvedimento attribuisce nuove responsabilità anche ai farmacisti, destinati a diventare un punto di riferimento costante per chi utilizza prescrizioni annuali.
Oltre a fornire i medicinali, il farmacista avrà il compito di monitorare il rispetto della terapia, segnalare eventuali anomalie nell’assunzione e contribuire a garantire la continuità del percorso terapeutico.
Questa evoluzione rafforza la collaborazione tra professionisti sanitari e cittadini, migliorando la gestione delle cure nel lungo periodo.

Verso un sistema sanitario più digitale e accessibile

La riforma del meccanismo prescrittivo si inserisce in una strategia più ampia di modernizzazione della sanità italiana. La maggiore durata delle ricette riduce la burocrazia, favorisce l’uso della prescrizione elettronica e rende più efficiente il rapporto tra pazienti, medici e farmacisti.
Per le persone con patologie croniche, rappresenta un passo in avanti verso un sistema più vicino alle esigenze quotidiane e più capace di adattarsi ai ritmi della vita moderna.