Truffa del pedaggio: come riconoscerla e difendersi

Giulia Conti

Allarme smishing con il nome di Autostrade

Il CERT-AGID ha segnalato una massiccia ondata di smishing che sfrutta il marchio Autostrade per l’Italia per indurre gli automobilisti a pagare un presunto pedaggio non saldato. Il raggiro si manifesta con un SMS che informa di un mancato pagamento e invita a “mettersi in regola” tramite un collegamento a una falsa pagina di pagamento. L’importo richiesto è volutamente modesto — spesso 6,50 euro — così da ridurre le difese dell’utente e aumentare la probabilità di clic. Oltre alla perdita immediata del denaro, l’obiettivo dei criminali è carpire i dati della carta (numero, scadenza, CVC) e le informazioni personali.

I segnali rivelatori: errori minimi, danni massimi

I messaggi sono curati e credibili, ma presentano indizi chiari per chi sa osservarli. Primo: il dominio imitato. I truffatori utilizzano indirizzi volutamente simili a quelli legittimi, con lievi errori di battitura (typosquatting) come “autostiade” al posto di “autostrade”, oppure estensioni non coerenti (ad esempio .com anziché .it). Secondo: la pressione sul tempo. L’SMS indica una scadenza imminente per spingere a pagare senza riflettere. Terzo: la richiesta di targa e dati di pagamento su una pagina che mima grafica e loghi ufficiali; l’aspetto curato non certifica l’autenticità.

Per maggiore sicurezza, occorre controllare con la massima precisione il testo del dominio, l’ortografia del mittente, l’URL completo mostrato dal browser e l’eventuale certificato visualizzato nell’area indirizzo. Anche una sola lettera alterata è indice di sito clone.

Come agiscono i criminali: lo schema tecnico

La truffa segue uno schema ricorrente:

  1. Invio dell’SMS con riferimento a “pedaggio non pagato” e importo contenuto (6,50 euro è ricorrente).
  2. Reindirizzamento a un sito-copia che replica interfacce, colori e font del servizio originale.
  3. Raccolta dei dati mediante formulario (targa, generalità, indirizzo) seguita da pagina di pagamento.
  4. Acquisizione delle credenziali di carta e, in alcuni casi, memorizzazione dei dati del dispositivo per tentativi futuri (nuovi addebiti, abbonamenti, phishing mirato).

La combinazione di bassa cifra, urgenza e autorevolezza presunta del mittente crea un contesto psicologico favorevole alla distrazione. È un attacco su larga scala: anche un tasso di successo minimo garantisce ai criminali un ritorno economico elevato.

Cosa fare se arriva l’SMS: verifiche immediate

La regola d’oro è non cliccare. In caso di dubbio:

  • Aprire manualmente il sito ufficiale del servizio (digitando l’indirizzo nel browser) e verificare la presenza di avvisi o pendenze.
  • Contattare i canali ufficiali del gestore senza usare numeri o link presenti nel messaggio.
  • Controllare cronologia pedaggi e estratto conto per rilevare anomalie.
  • Segnalare il messaggio sospetto ai canali istituzionali preposti e informare eventuali familiari o colleghi per prevenire ulteriori vittime.

Ricordare che servizi reali non chiedono via SMS l’inserimento di dati bancari o carte su pagine non verificate, né impongono pagamenti con urgenze artificiose.

Se hai cliccato o inserito i dati: interventi rapidi

Se si è già interagito con il link o inserito dati sensibili, occorre agire subito:

  • Bloccare o sostituire la carta contattando l’istituto emittente e attivare il monitoraggio delle transazioni.
  • Contestare eventuali addebiti non autorizzati secondo le procedure della banca.
  • Cambiare le password di servizi e-mail e portali collegati, abilitando l’autenticazione a due fattori.
  • Eseguire una scansione antimalware su smartphone/PC nel caso si siano scaricati contenuti o consentite installazioni.
  • Conservare copie degli SMS e degli screenshot del sito falso: sono utili per le segnalazioni e per eventuali indagini.

Prevenzione pratica: strumenti e buone abitudini

La difesa più efficace resta la consapevolezza. Alcune misure concrete:

  • Utilizzare carte virtuali o carte con plafond limitato per i pagamenti online.
  • Attivare notifiche in tempo reale per ogni transazione.
  • Impostare limiti di spesa e blocchi geografici quando disponibili.
  • Tenere aggiornati sistemi operativi e browser per ridurre le vulnerabilità.
  • Diffidare di messaggi che uniscono urgenza e pagamenti immediati con link esterni.

Un approccio prudente, insieme a controlli sistematici, riduce drasticamente la superficie d’attacco e rende meno probabile cadere in tranelli apparentemente innocui.

Perché l’importo è basso e l’italiano è corretto

Le campagne più recenti mostrano testi ben scritti e grafica accurata perché i criminali imitano tono e stile delle comunicazioni ufficiali. L’importo di 6,50 euro è strategico: cifra credibile, non contestata, e psicologicamente facile da pagare per “togliersi il pensiero”. Questa combinazione massimizza il tasso di conversione della truffa: pochi euro per tante vittime equivalgono a incassi ingenti, soprattutto se si ottengono anche i dati di pagamento da riutilizzare.