Dollaro ai minimi di quasi 4 anni tra deficit e dazi

Il biglietto verde in calo su timori fiscali e tensioni commerciali

Il dollaro ha esteso le perdite lunedì, scivolando ai minimi da quasi quattro anni contro l’euro e cedendo terreno rispetto a tutte le principali valute. A pesare sono le crescenti preoccupazioni per il deficit federale statunitense e l’incertezza sulle politiche commerciali.

I repubblicani al Senato stanno portando avanti il maxi piano di tagli fiscali e spesa pubblica del presidente Donald Trump, nonostante le divisioni interne sul suo impatto previsto di 3.300 miliardi di dollari sul debito nazionale. Il dollaro è sceso dello 0,63% a 0,79355 contro il franco svizzero, accumulando un calo del 3,6% nel mese e del 12,5% da inizio anno.

Euro al rialzo, record da settembre 2021

Contro l’euro, il dollaro è scivolato a 1,1780 dollari, il livello più basso dal settembre 2021. La moneta unica è salita del 3,8% a giugno e ha guadagnato quasi il 14% da inizio anno. “Il dollaro è in una chiara fase di indebolimento,” ha dichiarato Amo Sahota di Klarity FX. “A metà anno, i vincitori sono euro, franco svizzero e corona svedese.”

Dazi e tensioni geopolitiche pesano sull’outlook

L’incertezza sulle tariffe commerciali aggrava la pressione sul dollaro. Il segretario al Tesoro Scott Bessent ha confermato che anche i paesi in negoziazione rischiano dazi elevati dopo il 9 luglio. Sebbene Washington e Pechino abbiano trovato un’intesa sulle esportazioni di terre rare, l’UE ha proposto un dazio universale del 10% su alcune categorie di beni come parte di un accordo più ampio.

Ma i cambi di rotta della Casa Bianca continuano a destabilizzare i mercati. Trump ha sospeso temporaneamente i colloqui sui dazi con il Canada, alimentando dubbi sulla coerenza della strategia commerciale. Di conseguenza, Ottawa ha rinviato l’introduzione della tassa sui servizi digitali destinata alle Big Tech americane.

Pressione diffusa sui mercati valutari

L’indice del dollaro, che misura la performance del biglietto verde rispetto a sei valute principali, è sceso dello 0,35% a 96,86, segnando il sesto calo mensile consecutivo e il peggior primo semestre dagli anni ’70. Lo yen giapponese è salito dello 0,36% a 144,45, mantenendo il cambio stabile nel mese.

Il dollaro canadese è avanzato dello 0,41% a 1,353 CAD, segnando il quinto mese consecutivo di rialzo. La corona svedese ha guadagnato lo 0,48%, mentre la sterlina britannica è salita marginalmente dello 0,04% a 1,3719 dollari, con un +2% a giugno.

Con il dollaro sotto pressione e l’incertezza fiscale e commerciale al centro dei riflettori, gli analisti prevedono ulteriore volatilità. Un ritorno dell’inflazione, sorprese di politica monetaria o nuove tensioni geopolitiche potrebbero aggravare ulteriormente il quadro.