Wall Street in forte ripresa grazie ai tech e ai dati positivi
Le borse statunitensi sono salite con decisione giovedì, spingendo l’S&P 500 a un passo da un nuovo record storico. L’indice ha chiuso a 6.141,02 punti, in rialzo dello 0,8% e solo lo 0,05% sotto il massimo raggiunto a febbraio. A trainare il mercato sono stati utili aziendali solidi, dati macroeconomici incoraggianti e un allentamento delle preoccupazioni legate ai dazi voluti dal presidente Donald Trump.
Il Dow Jones Industrial Average è salito di 404 punti (+0,9%) a 43.386,84, mentre il Nasdaq Composite ha guadagnato l’1%, chiudendo a 20.167,91. Si tratta di una netta inversione rispetto ai cali primaverili, quando l’incertezza commerciale aveva fatto scivolare gli indici fino al 20% dai precedenti massimi.
Utili e titoli AI spingono il rally
McCormick, produttore di spezie, ha guidato i rialzi con un +5,3% dopo aver superato le attese sugli utili e rivisto al rialzo le previsioni. L’azienda ha dichiarato di aver adottato misure per contenere i costi legati ai dazi.
La tecnologia resta protagonista. Nvidia ha guadagnato lo 0,5%, portando a +61% la performance dal 8 aprile. Il colosso dei chip AI si conferma l’azienda più capitalizzata del mercato USA. Super Micro Computer ha segnato un +5,7%, mentre Micron Technology ha perso l’1% nonostante utili superiori alle attese e una previsione positiva sulla domanda di memorie per l’AI.
L’economia regge nonostante le tensioni commerciali
Gli investitori hanno ignorato la revisione al ribasso del PIL del primo trimestre (–0,5% contro –0,2% iniziale), attribuita a un’impennata delle importazioni. Secondo gli economisti, si tratta di un effetto temporaneo causato da scorte accumulate in vista dei dazi. La crescita dovrebbe rafforzarsi nel secondo trimestre.
Altri dati mostrano solidità: gli ordini di beni durevoli sono saliti oltre le attese e le richieste di sussidi di disoccupazione sono calate. Questi segnali di tenuta economica hanno rassicurato i mercati sui possibili effetti delle politiche commerciali.
Rendimenti giù, incertezza sulla Fed
Il rendimento del Treasury decennale è sceso al 4,24% dal 4,29%, mentre quello a due anni è calato al 3,71%. I mercati restano nervosi dopo indiscrezioni su una possibile sostituzione di Jerome Powell alla guida della Fed da parte di Trump, alimentando dubbi sull’indipendenza della banca centrale.
“Il calo dei rendimenti e del dollaro, con l’aumento delle aspettative di inflazione, indica timori per una Fed controllata dalla Casa Bianca,” ha spiegato Brian Jacobsen di Annex Wealth Management, pur ricordando che le decisioni sui tassi spettano al FOMC nel suo insieme.
Borse globali contrastate
In Asia, il Nikkei 225 giapponese è salito dell’1,6%, mentre il Kospi sudcoreano ha perso lo 0,9%. I mercati europei hanno chiuso misti, tra valutazioni sull’impatto delle politiche commerciali statunitensi e incertezze sul fronte monetario globale.