In Giappone il prezzo del riso raddoppia in un anno

Inflazione ai massimi da oltre un anno, la BOJ resta ferma

I prezzi del riso in Giappone sono aumentati del 101,7% a maggio su base annua, segnando la crescita più forte degli ultimi 50 anni. Il dato conferma una tendenza preoccupante iniziata nei mesi precedenti: +98,4% in aprile e +92,1% in marzo. Il governo è intervenuto rilasciando scorte d’emergenza per contenere i rincari del principale alimento nazionale.

Questo aumento ha avuto un impatto significativo sull’inflazione. L’indice core — che esclude i prodotti alimentari freschi — è salito al 3,7%, il livello più alto da gennaio 2023 e superiore alle attese degli analisti (3,6%). L’inflazione generale si è attestata al 3,5%, restando per il 38º mese consecutivo sopra l’obiettivo del 2% fissato dalla Banca del Giappone.

Il riso spinge i prezzi, ma la BOJ non alza i tassi

Secondo la strategist di JP Morgan Marcella Chow, il solo riso contribuisce per circa il 50% all’inflazione core del paese. “Se il calo dei prezzi del riso si estenderà anche ai cibi trasformati e ai ristoranti, la spesa delle famiglie potrebbe migliorare,” ha dichiarato alla CNBC.

Anche l’indice “core-core” — che esclude cibo ed energia — è salito al 3,3% dal 3% di aprile. Nonostante le pressioni inflazionistiche, la Bank of Japan ha mantenuto il tasso d’interesse di riferimento allo 0,5%, citando incertezza sulla sostenibilità di lungo periodo della crescita dei prezzi.

Timori sulla crescita frenano la stretta monetaria

Il governatore Kazuo Ueda ha ribadito che ulteriori rialzi dei tassi saranno valutati solo quando l’istituto centrale avrà maggior fiducia nel mantenimento dell’inflazione vicino al 2%. La BOJ prevede un rallentamento dell’indice CPI di fondo, attribuito al peggioramento del quadro economico. Il PIL giapponese si è infatti contratto dello 0,2% nel primo trimestre del 2025, il primo calo in un anno, spinto dal calo delle esportazioni.

Kei Okamura di Neuberger Berman ha commentato alla CNBC che l’aumento dell’inflazione non è stato sorprendente, vista la generale impennata dei costi alimentari. Si attende un’attenuazione delle pressioni nei prossimi mesi, anche se le tensioni geopolitiche in Medio Oriente potrebbero far salire nuovamente i prezzi dell’energia.