Inflazione USA stabile, Fed verso due tagli dei tassi

Matteo Romano

Prezzi al consumo in linea con le attese

Nel mese di luglio, l’inflazione negli Stati Uniti ha registrato un andamento stabile, confermandosi al 2,7% su base annua, lo stesso valore di giugno e leggermente inferiore alle stime formulate dagli analisti. L’indice dei prezzi al consumo core – che esclude le componenti più volatili come energia e alimentari – è aumentato dello 0,3% rispetto al mese precedente, un dato lievemente superiore alle previsioni ma attribuito in gran parte alla volatilità dei servizi legati ai viaggi. Su base annua, l’inflazione core è passata dal 2,9% al 3,1% e, secondo le stime, potrebbe toccare un massimo del 3,4% entro fine anno.

L’impatto dei dazi sull’inflazione

Uno dei fattori destinati a incidere sull’andamento dei prezzi nei prossimi mesi riguarda il trasferimento ai consumatori dei costi derivanti dai nuovi dazi applicati su specifiche categorie di beni importati. Finora, molte aziende hanno scelto di assorbire l’aumento dei costi senza riversarlo in maniera significativa sui prezzi finali, grazie a margini di profitto inizialmente solidi, alla sensibilità dei consumatori verso i rincari e a recenti misure fiscali a sostegno delle imprese. Tuttavia, questo atteggiamento prudente potrebbe cambiare nella seconda parte dell’anno, quando è previsto un incremento graduale dei prezzi al consumo che contribuirebbe a spingere l’inflazione core verso il picco atteso.

Condizioni economiche e segnali di raffreddamento

Nonostante il tasso d’inflazione rimanga superiore al target del 2% fissato dalla Federal Reserve, diversi indicatori macroeconomici mostrano un raffreddamento delle pressioni sui prezzi. Le indagini sulla fiducia dei consumatori e i dati relativi al mercato del lavoro evidenziano un ritmo di crescita meno sostenuto rispetto ai mesi precedenti, suggerendo un progressivo riequilibrio della domanda interna. Questo contesto apre spazi di manovra alla banca centrale per riconsiderare la propria strategia di politica monetaria.

Le prossime decisioni della Federal Reserve

Alla luce delle attuali condizioni economiche, cresce l’aspettativa che la Fed possa avviare un allentamento della politica monetaria già a settembre, con un primo taglio dei tassi di interesse di 25 punti base. Le proiezioni indicano inoltre un secondo taglio di pari entità entro la fine dell’anno e ulteriori riduzioni per complessivi 50 punti base nel 2026. Questa strategia rappresenterebbe una transizione graduale verso una politica meno restrittiva, finalizzata a sostenere l’economia mantenendo al contempo il controllo sull’inflazione.

Incertezze e variabili da monitorare

Nonostante le prospettive di riduzione dei tassi, rimangono incertezze significative legate all’evoluzione delle tariffe commerciali e alla tenuta della domanda interna. Le decisioni della Federal Reserve nei prossimi mesi dipenderanno dall’andamento dei dati macroeconomici attesi per l’autunno, in particolare quelli relativi ai prezzi al consumo, all’occupazione e alla produzione industriale. La capacità della banca centrale di bilanciare crescita economica e stabilità dei prezzi sarà determinante per l’evoluzione dei mercati finanziari e delle condizioni economiche globali.